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Italia-Argentina, a Londra la finalissima tra i campioni. La Nazionale dà l'addio a Chiellini
Là dove ha toccato nemmeno un anno fa il cielo d’Europa con un dito, l’Italia è obbligata a ripartire. Per inaugurare una nuova era. Gli azzurri tornano a Wembley, sfondo della notte che ha regalato agli azzurri, appena undici mesi fa, il secondo titolo continentale della loro storia. Ma stavolta la storia è diversa: l’impegno è di quelli di prestigio, contro l’Argentina vincitrice della Coppa America e reduce da una striscia di 31 risultati utili consecutivi, ma la battaglia "dei due mondi" sarà anche l’occasione per chiudere un ciclo e porre il primo mattone di una nuova ricostruzione, resasi necessaria dopo il secondo flop Mondiale consecutivo. Un’altra sfida per Roberto Mancini che ha deciso di restare in sella per accompagnare, di nuovo, l’Italia fuori dal tunnel.
A Wembley sarà anche una notte di forti emozioni: di certo quelle che proverà il capitano di mille battaglie, Giorgio Chiellini, alla sua ultima apparizione in azzurro. «È un grande piacere essere di nuovo a Wembley, nemmeno 12 mesi fa eravamo qui a festeggiare e per questo motivo c’è anche un po' di emozione», ha dichiarato il ct. «Italia-Argentina è una classica del calcio mondiale e sarà il tributo anche a tanti giocatori. Ci dispiace non avere Chiesa, Immobile, Berardi e Verratti, ma chi andrà in campo disputerà un’ottima partita. L’Argentina è forte, ma lo siamo anche noi».
La "Finalissima" rappresenta il primo importante test per l’Italia: seguiranno quelli di Nations League con Germania, Ungheria e Inghilterra. «La gara concluderà un ciclo», ha spiegato il ct. «Questo non vuol dire che andranno via 15-20 giocatori ma inseriremo dei giovani per capire quanto valgono e se potremo contare su di loro per il futuro». E tra i volti nuovi che più destano curiosità c’è certamente quello di Wilfried Gnonto, l’attaccante classe 2003 del Zurigo. «Stiamo cercando di lavorare per il futuro, per migliorare. Se i club fanno o non fanno giocare i giovani non posso deciderlo io», ha sottolineato il Mancio. «Noi cercheremo di avere più conoscenza dei giovani e vogliamo fare le cose per bene ma non possiamo certo pregare nessuno se non lo vogliono fare».
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Italia-Argentina non può evocare la figura del mito Maradona. «Ho avuto la fortuna di giocarci tanti anni contro ed è stato un grande onore. È un dispiacere non averlo qui con noi», ha detto il ct. Immancabile anche il commento di Lorenzo Insigne: «Maradona ce l’ho tatuato sulla pelle. Spero di alzare questo trofeo, lui ci ha portato sul tetto del mondo e noi napoletani lo ringrazieremo sempre». L’attaccante, prossimo a vestire la maglia del Toronto, ha chiarito di non voler salutare la Nazionale. «Io sono sempre a disposizione, ho grande attaccamento per questa maglia e anche se vado dall’altra parte del mondo darò comunque la mia disponibilità». Un Insigne che ha ancora voglia di togliersi soddisfazioni in azzurro: «Questo stadio ci evoca grandi ricordi e vogliamo regalare ai nostri tifosi una notte da favola». Ricordi, ovviamente, condivisi da Leonardo Bonucci, che nella finale contro l’Inghilterra segnò il gol del pareggio: «Ci penso spesso, ci ha permesso di arrivare ai rigori», ha spiegato il difensore che erediterà in azzurro la fascia di capitano da Chiellini. «È doveroso goderci quest’ultima giornata con Giorgio, è stato un grande compagno di campo e di vita. Da domani continuerò a fare ciò che ho sempre fatto, essere da esempio. Da Chiellini - ha proseguito Bonucci - ho imparato la capacità di elaborare in breve tempo situazioni difficili e portare la soluzione, io sono molto più sanguigno. Quello è il segreto che ha fatto diventare Giorgio una grande persona e un grande capitano, io cercherò di smussare i difetti che mi porto dietro per il mio carattere. Dovranno aiutarmi anche i miei compagni, così come noi abbiamo aiutato Chiellini e Buffon».
Tornando al flop Mondiale, nessun alibi: «La colpa è nostra, bastava davvero poco per poterci giocare qualcosa di davvero unico per la carriera di un giocatore». Ma la testa è al presente e al confronto che lo attende con Messi: «L’Argentina è tra le migliori squadre al mondo, non perde da 31 partite e non è un caso. Serve impegno e rispetto, massima cattiveria agonistica. Da questo trofeo - ha aggiunto il bianconero - dobbiamo ripartire e mettere le basi per riportare l’Italia in alto. Messi è stato ed è ancora oggi con Ronaldo uno dei migliori al mondo, per un giocatore che ha vinto così tanti Palloni d’Oro è difficile aggiungere aggettivi». Contro l’Inghilterra si rivedrà, probabilmente, Spinazzola in fascia. A centrocampo spazio a Pessina e in avanti a Bernardeschi e Belotti, che Mancini ha assicurato di aver visto «sereno».