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Massimiliano Allegri da esonero, tam tam dentro la Juve dopo la disfatta Champions

Fabrizio Cicciarelli
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Il crollo della Juventus contro il Villarreal ha scatenato i tifosi bianconeri su Twitter. La terza eliminazione consecutiva dei bianconeri agli ottavi di Champions League ha generato un’ondata di insoddisfazione, catalizzata sul social network dei cinguetti dal nome di Allegri. Non è ancora tempo della valanga di #AllegriOut, ovvero l’hashtag che ne aveva prefigurato l’esonero - e che pure è stato rispolverato in alcuni casi nelle ultime ore - a maggio del 2019, ma nell’analisi successiva alla debacle europea anche l’allenatore è tornato ad essere messo in discussione dai supporter della squadra. Del resto il nome del livornese ha spesso spaccato il tifo tra «risultatisti» e «giochisti», ma questi ultimi avevano ingoiato la pillola del ritorno al «cortomuso» dopo i flop delle gestioni Sarri - comunque vincitore dell’ultimo dei 9 scudetti consecutivi - e Pirlo.

L’Europa è però da tempo l’ossessione juventina - il secondo e ultimo successo risale ormai a quasi 26 anni fa, la finale vinta a Roma contro l’Ajax ai rigori - e negli ultimi anni è diventata anche il termine di paragone per l’operato degli allenatori: le due finali targate Allegri (2015 contro il Barcellona e 2017 contro il Real Madrid) hanno elevato l’aspettativa al punto da decidere il destino delle ultime tre guide tecniche. Proprio Allegri ha pagato l’uscita ai quarti nel 2019 contro l’Ajax dopo la rimonta con il brivido all’Atletico Madrid, così come il destino di Sarri e Pirlo è stato indirizzato dalle esclusioni agli ottavi contro Lione e Porto.

Oggi la situazione appare però diversa, lo spettro dell’esonero sembra lontano non fosse altro che per il lungo e oneroso contratto di Allegri, un quadriennale da circa 8 milioni netti a stagione più bonus che supera per durata anche i dirigenti. Un accordo che obbliga l’intervento della proprietà in caso di estreme valutazioni, dopo che già il primo addio risultò molto sofferto per stessa ammissione di Agnelli. Di certo le aspettative legate al ritorno - con maggior voce in capitolo nelle scelte di mercato - del tecnico toscano erano maggiori rispetto ai risultati raccolti, che finora contano il vantaggio della semifinale di Coppa Italia come aspetto positivo in contrasto con la prematura uscita europea e un quarto posto non certo entusiasmante. Resta il contesto di una Juve in piena trasformazione dentro il campo (dall’addio a Ronaldo a stagione iniziata al pesante investimento su Vlahovic a metà stagione, fino alla telenovela sul rinnovo di Dybala che vive nuove difficoltà legate al ruolo del procuratore argentino Antun) e fuori (dove rimbalza il nome dell’atalantino Sartori come innesto per l’area tecnica), ma ai bianconeri servirà rialzarsi al più presto per non essere contestati di nuovo in trend topic.
 

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