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I venti di guerra fanno tremare pure la finale di Champions League: San Pietroburgo rischia grosso

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L’escalation della crisi ucraina si riflette anche sullo sport, con un coro di richieste di spostare la finale di Champions League in programma il 28 maggio a San Pietroburgo per punire la Russia dopo l’invasione. L’Uefa ha fatto sapere con un comunicato che «sta monitorando in maniera costante e da vicino la situazione» ma ha aggiunto che, «al momento, non ci sono piani per cambiare la sede». La questione è delicata anche perchè lo stadio della finale è la Gazprom Arena, capace di ospitare 68.000 spettatori e di proprietà del colosso energetico russo che è anche un generoso sponsor dell’Uefa. Senza contare che già lo scorso anno a San Pietroburgo era stata tolta la finale di Champions (giocata da Chelsea e Manchester City), dirottata su Oporto per l’emergenza Covid.

 

 

Tra i primi a sollecitare il trasloco della finale era stato il premier britannico, Boris Johnson, che ha definito «inconcepibile» che il più importante evento sportivo per club europeo sia ospitato da una «nazione-paria» che «invade Stati sovrani». I tabloid inglesi hanno subito ipotizzato come sede alternativa lo stadio londinese di Wembley, nonostante in quel weekend debba ospitare i playoff della serie B inglese. Dalla Russia il responsabile del Comitato organizzatore di San Pietroburgo, Alexey Sorokin, ha replicato che «i preparativi vanno avanti secondo i piani» e ha aggiunto che «si prevede l’arrivo di oltre 50.000 tifosi stranieri». Non c’è però solo la Champions a rischio di subire l’onda lunga del conflitto ucraino.

 

 

Il 24 marzo Mosca dovrebbe ospitare il playoff Russia-Polonia per i mondiali e in caso di vittoria dei padroni di casa anche una sfida con la vincente tra Svezia e Repubblica Ceca cinque giorni dopo. Ci sono poi club inglesi come Chelsea ed Everton con proprietari russi o altri, come lo Schalke 04 nella serie B tedesca, sponsorizzati dalla Gazprom e quindi in allarme per queste tensioni. Dal 26 agosto all’11 settembre sempre in Russia si dovrebbero disputare i mondiali maschili di pallavolo e per ora la Federvolley mondiale ha escluso un trasloco. Nella stessa Superlega di volley russa, uno dei campionato più competitivi del mondo, i giocatori statunitensi si stanno chiedendo se rientrare in patria. Il 25 settembre è anche in programma il Gran Premio di Formula 1 a Sochi. Per quanto riguarda l’Ucraina, lo sport internazionale rischia di fermarsi completamente: è già stata annullata la tappa di ’snow volley’ che era in programma a Truskavets, nell’ovest del Paese, nel prossimo weekend.

 

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