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Covid si abbatte sulla serie A, Mario Draghi chiama Gravina: governo pronto a richiudere gli stadi
Partite fantasma, comunicati delle Asl, quarantene non sempre chiare e rinvii destinati a far discutere e a trascinare la disputa dal campo alle stanze dei tribunali. Il Covid si abbatte di nuovo come uno tsunami sulla Serie A e mette a rischio il campionato. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha chiamato oggi il presidente della Figc, Gabriele Gravina. Un colloquio telefonico senza tensioni, secondo quanto si apprende, nel corso del quale il premier ha chiesto lo stato dell'arte del mondo del calcio alle prese con un nuovo aumento dei contagi Covid che hanno già causato caos e rinvii. A Draghi, che si è detto "preoccupato" per la situazione, Gravina ha spiegato lo stop di tutti i campionati dalla B in giù, confermando inoltre la volontà della Serie A di andare avanti anche per le difficoltà legate al calendario, nonostante il rischio sempre più concreto di un ritorno alle partite a porte chiuse. Al momento la Lega Serie A non sembra prendere in considerazione nemmeno l'ipotesi di una autoriduzione delle presenze allo stadio, proposta dallo stesso Gravina.
Nel giorno della ripresa, seppur zoppa, con 4 partite su 10 non disputate a causa dell'emergenza pandemica che ha nuovamente colpito il mondo del pallone, i vertici calcistici si sono messi in moto, in sinergia con le istituzioni, per evitare che lo scenario si ripeta nelle prossime settimane. E trovare quella uniformità a livello nazionale che è mancata nell'avvicinamento al turno di campionato dell'Epifania.
Il primo passo adottato dalla Confindustria del Pallone per evitare che la situazione si ripeta e che la già delicata gestione dei rinvii, in un calendario iper congestionato, si complichi ulteriormente, è stato quello di adottare un nuovo protocollo, sulla falsariga di quello utilizzato dalla Uefa: le squadre da adesso in poi avranno l'obbligo di scendere in campo a patto di avere 13 giocatori - anche della Primavera - a disposizione, tra cui almeno un portiere. Un protocollo che "permetterà di proseguire la stagione e portare a termine il campionato", si legge in una nota del Consiglio di Lega, che auspica che "non intervengano più le ASL con provvedimenti confusi e incoerenti che, al momento, stanno creando gravi danni al sistema sportivo italiano, con devastanti impatti economici e riflessi di carattere sociale". Inoltre "resta fermo il convincimento che le decisioni delle varie Asl, per diverse ragioni, siano illegittime, pertanto la Lega Serie A ricorrerà presso tutte le sedi opportune a tutela del libero svolgimento delle proprie competizioni, sempre salvaguardando la salute degli atleti e nel rispetto delle norme vigenti". A tal proposito in via Rosellini filtra "fiducia di poter disputare tutti gli incontri della prossima giornata del 9 gennaio, superando finalmente la confusione generata dai provvedimenti delle ASL".
Il tema comunque verrà trattato mercoledì 12 gennaio durante una Conferenza Stato-Regioni convocata ad hoc, alla quale parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali, la prima in ordine di tempo a intervenire sulla questione anticipando l'introduzione di una "cabina di regia" volta a "creare un comportamento uniforme delle autorità sanitarie locali attraverso un coordinamento nazionale, affinché si possa uscire da questo stato di incertezza sullo svolgimento delle competizioni che sta recando evidente pregiudizio all'intero comparto dello sport".