Francesco Totti torna all'Olimpico: "A questa Roma mancano campioni"
Lo diceva quando giocava. Non ha cambiato idea. Francesco Totti immagina sempre la stessa soluzione per risolvere i problemi della Roma: «Servono i campioni». Una sintesi un po' brutale ma efficace per spiegare cosa manchi in questo momento a una squadra che non riesce a risollevarsi neppure con un mostro sacro in panchina come José Mourinho. L'ex capitano giallorosso lo ha definito «il migliore allenatore del mondo» la scorsa estate.
E adesso, dopo aver assistito dal vivo sabato scorso alla sconfortante prestazione della Roma contro l'Inter, continua ad aver chiaro in mente il nodo irrisolto. L'occasione per parlarne è la conferenza stampa in cui si annuncia il suo nuovo legame da «Global Ambassador» di Digitalbits, la piattaforma di blockchain diventata main sponsor del club di Friedkin e che ora sceglie il simbolo romanista come testimonial per accrescere la sua popolarità fra i tifosi. Totti si approccia al complesso mondo delle criptovalute con curiosità ma i suoi occhi continuano ad accendersi quando si parla di calcio. «Ho già detto tutto - spiega durante l'evento organizzato alla Lanterna in via Tomacelli - quando si deve fare il passo finale vuol dire che hai tante cose che ti possono aiutare ad ottenere quello che vorresti. Per vincere servono i giocatori, un allenatore importante, una società che ti aiuti e ti faccia sentire a tuo agio in ogni singolo aspetto. La cosa primaria è una: servono i giocatori, è una necessità».
Da uomo navigato nel calcio non fatica a riconoscere il valore non eccelso della rosa messa in mano a Mourinho. «Non voglio disprezzare la squadra che abbiamo adesso - prosegue Totti nella sua analisi è una rosa con giocatori importanti, non ci sono i campioni ma calciatori che possono fare bene in un contesto di squadra, i campioni da soli non riescono a vincere».
In fondo, è lo stesso modo di pensare di Mourinho, che ha accettato di calarsi in un progetto triennale ma, ad ogni sconfitta (e sono già troppe... ), fatica a nascondere il suo disagio nel gestire una situazione che sembra non appartenergli. «Quando si parla di Roma spiega ancora Totti - c'è sempre una grande emozione, da tifoso dico che non stiamo attraversando un grande momento ma se sei della Roma, devi soffrire. Siamo abituati a queste annate altalenanti però sono sicuro che sia la società che il mister vogliano far tornare a sorridere noi tifosi, questa città merita palcoscenici più importanti. Diamo loro del tempo, spero ristretto, per tornare a vedere la Roma anche in campo internazionale a fare le nostre belle figure».
Digitalbits lo ha ingaggiato per tre anni con un contratto da almeno 5 milioni di euro (ma la cifra non è stata confermata ufficialmente) e vuole sfruttare la sua immagine potentissima. Nella Capitale e non solo. Basti pensare che, secondo alcune ricerche, sarebbero state realizzate ben seimila opere tra quadri, graffiti e disegni che raffigurano l'ex capitano giallorosso. E nel mondo di oggi, che ha reso digitale anche l'arte, alcune di queste opere potrebbero trasformarsi in NFT dal valore inestimabile. Un altro dato che fa capire quanto Totti sia un mito vivente sono i 150mila tatuaggi in suo onore stimati dalla stessa ricerca. «Mi sono legato a Digitalbits che mi ha voluto fortemente, ci siamo legati, abbiamo trovato subito empatia e faremo un percorso bellissimo insieme. Ma in questo caso - specifica l'ex capitano - la Roma non c'entra niente. Se dovessimo parlare con la società il futuro non so cosa mi riserverà, tramite Digitalbits forse avrò maggiori occasioni per dialogare con la Roma, ma sono cose completamente diverse». Intanto sabato scorso ha incontrato i Friedkin allo stadio.
«Li ho salutati - conferma Totti - la Roma in questo contesto non c'entra niente ma in futuro tutto potrà succedere» ribadisce. L'emozione di tornare all'Olimpico traspariva dai suoi occhi. «Ho provato una sensazione diversa, dopo due anni che non andavo allo stadio a vedere la Roma mi ha fatto un effetto particolare. Ero stato all'Olimpico per Italia-Svizzera, ma è diverso. Quando c'è la mia Roma ti senti a casa. Perché io lo posso dire: "La mia Roma", essendo stata Trigoria la mia prima casa per trent' anni. E lo dico senza voler fare polemiche con nessuno. Sono sensazioni che percepisci solo tu internamente, ringrazio i tifosi per l'accoglienza che mi riservano ogni giorno, non solo allo stadio, e spero di tornarci il prima possibile».
Dovrà solo chiederlo e le porte per lui saranno sempre spalancate. Una battuta anche sulla Nazionale: «Eravamo a festeggiare la vittoria dell'Europeo pochi mesi fa, è una squadra top. Ringraziamo Mancini e i ragazzi che ci hanno fatto risalire sul tetto d'Europa. Ora abbiamo questi spareggi, che non sempre sono stati favorevoli, e tutti noi italiani dobbiamo spingere la Nazionale. Vedere un Mondiale senza Italia sarebbe un disastro per tutti, vogliamo che la squadra ci porti sul tetto del Mondo ancora una volta». Preferisce invece glissare sul problema delle plusvalenze false nel calcio: «Spero si trovi una soluzione per tutti», taglia corto Totti, che quando si entra nei tecnicismi delle criptovalute e della blockchain se la cava con la sua ironia: «Fatemi capire un po' e ne riparliamo».
Al suo fianco c'è l'imprenditore americano Al Burgio, fondatore di Digitalbits Blockchain e Ceo di Zytara. «Stiamo lavorando ad un'espansione a livello globale - racconta - Zytara si sta allargando in Italia e in Europa. La sede europea è qui a Roma, non a Milano». Dopo aver sponsorizzato i giallorossi, l'Inter e aver ingaggiato una star come Totti, a breve verranno annunciati altri testimonial e nuove partnership. Il calcio, in perenne crisi, ha trovato nel settore delle criptovalute una fonte preziosa di nuovi finanziamenti. L'impressione è che sia solo l'inizio.