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Altri guai per la Juventus: "Aumento di capitale e continuità aziendale a rischio"

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Juventus sempre più sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sulle plusvalenze, con possibili conseguenze sull’aumento di capitale deliberato nelle scorse settimane. L’attenzione dei pm sembra essersi focalizzata sulla ’famosa carta che non esiste' che riguarda Cristiano Ronaldo. È la stessa società bianconera a confermare di aver ricevuto «la notifica di un nuovo decreto di perquisizione e sequestro relativo alle indagini in corso nei confronti della società nonché di alcuni suoi esponenti attuali (Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Stefano Cerrato e Cesare Gabasio)», indagini che riguardano anche «la voce ’Cessioni definitive' del bilancio al 30 giugno 2021 in relazione ai valori economici della cessione» di CR7. Secondo fonti della procura, lo stesso Gabasio, capo dell’area legale del club bianconero, risulterebbe indagato. La Juve ribadisce di stare «collaborando con gli inquirenti e con la Consob e confida di chiarire ogni aspetto di interesse degli stessi, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e le condizioni di mercato».

 

 

Al contempo però, la società bianconera, su autorizzazione della stessa Consob, ha pubblicato un supplemento al prospetto informativo relativo all’aumento di capitale deliberato lo scorso 29 ottobre. Alla luce dell’inchiesta, ricordando che «gli investitori che abbiano già aderito all’offerta in data antecedente alla data di pubblicazione del supplemento hanno diritto di revocare la propria adesione», la Juve sottolinea che la società è esposta «al rischio di incorrere» in sanzioni che potrebbero portare a «impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale». Detto che «il decreto di perquisizione e sequestro e la notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura di Torino non configurino alla data del supplemento un mutamento negativo rilevante il cui verificarsi consente ai garanti di recedere dagli impegni di garanzia in relazione all’aumento di capitale, ciò tenuto conto dello stadio iniziale delle indagini aventi ad oggetto le ipotesi di reato, ancora in fase investigativa da parte degli organi inquirenti», «sussiste il rischio che i garanti ritengano che i suddetti fatti configurino i presupposti per l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno di garanzia in relazione all’aumento di capitale».

 

 

Se questo accadesse, «nel caso in cui nessuna nuova azione, al di fuori di quelle oggetto dell’impegno di sottoscrizione Exor, fosse sottoscritta ad esito dell’offerta in opzione e dell’eventuale offerta in Borsa dei diritti di opzione, il capitale risulterebbe aumentato solo dell’importo di 255 milioni di euro (di cui 75 milioni già oggetto di versamento in conto futuro aumento di capitale da parte di Exor in data 27 agosto 2021), rispetto al controvalore massimo dell’aumento di Capitale deliberato pari a 400 milioni». Di fronte a tale scenario, «in assenza di ulteriori tempestive misure a sostegno del piano di sviluppo» che copre il periodo 2019-2024, «la capacità del gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di piano verrebbe meno».

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