sfida all'olimpico

Roma in Conference League, Mourinho punta su Zaniolo

Dopo la vittoria contro il Genoa, che ha restituito il buon umore alla Roma, la squadra di Josè Mourinho si prepara per la sfida di domani sera all’Olimpico contro lo Zorya in Conference League. Una sfida da dentro o fuori, o «una finale», per usare le parole del tecnico portoghese che nella conferenza stampa della vigilia lancia un avvertimento ai suoi giocatori: «Se vinciamo stiamo dentro, se perdiamo stiamo fuori, è come una finale. Un pareggio lascia tutto aperto e nelle nostre mani». Insomma, vietato sbagliare alla luce di un girone che si è complicato enormemente con il doppio confronto contro il Bodo/Glimt, attuale capolista a due lunghezze dai giallorossi. «Lo Zorya non è un club sconosciuto. Abbiamo visto tutte le partite di campionato e di Conference League, serve il rispetto per l’avversario», dice Mourinho che anche per questo motivo non schiererà una formazione rimaneggiata. Cinque i titolari annunciati dal tecnico: Rui Patricio in porta, Mancini in difesa, Veretout (squalificato col Torino) a centrocampo, Abraham in attacco sostenuto da Nicolò Zaniolo.

 

  

 

 

 

 

L’azzurro classe 1999 torna dal 1’ dopo due panchine consecutive contro Venezia e Genoa. Ci pensa però lo stesso Mourinho a chiudere il caso: «Non mi aspetto niente di particolare da Zaniolo come singolo, mi aspetto molto dalla squadra. A Genova non è sceso in campo, ma per il modo in cui ha esultato al gol di Felix è come se avesse giocato». Fiducia anche ad Abraham: «Sono contento del suo rendimento, può segnare di più ma lavora tanto per la squadra in fase di costruzione delle occasioni. Tammy non è un problema». Contro Venezia e Genoa, la squadra è scesa in campo con la difesa a tre per via dell’assenza dei tre terzini sinistri ma Calafiori e Vina oggi si sono allenati in gruppo («Ho la riunione con lo staff medico, valuterò se sono convocabili») e possono rappresentare un’opzione. Si avvicina il ritorno della linea a quattro, mentre l’opzione a tre resta solo per le emergenze: «Sul piano del gioco è andata bene - ammette Mourinho - ma la rosa non è costruita per giocare a tre».

La Roma tornerà quindi al 4-2-3-1 ma l’esperienza con un altro modulo lascia degli insegnamenti («Conosco meglio i miei giocatori ora»), a partire dalla crescita di El Shaarawy: «Pensavo fosse un giocatore diverso, ha avuto un’evoluzione incredibile e ora gioca novanta minuti a tutta fascia e salva anche i gol come è successo a Genova». Presente in conferenza stampa anche Jordan Veretout che fornisce un assist alla società sul rinnovo: «Sono romanista e voglio restare. Con lo Zorya sappiamo che è una partita molto importante. Giochiamo la Conference per vincere, perdere domani ci condannerebbe. La giochiamo come una finale, con entusiasmo».