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Francia vietata alla Lazio. Macron chiude i confini ai "tifosi fascisti", incidente diplomatico

Luigi Salomone
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La Francia dichiara «guerra» alla Lazio. Può sembrare esagerato ma è proprio così dopo il comunicato ufficiale del governo d’Oltralpe che vieta - perché ritenuti «violenti» e «fascisti» - ai tifosi biancocelesti di entrare in Francia per due giorni: domani e giovedì, quand’è in programma a Marsiglia Olympique-Lazio, sfida del girone di Europa League, giudicata gara a rischio. Incredibile, anche perché la Uefa aveva già vietato da un mese la trasferta, così come era accaduto per i tifosi francesi che non si erano potuti presentare all’Olimpico due settimane fa. Tant’è ieri le agenzie di stampa francesi hanno divulgato il testo dell’ordinanza del ministro degli Interni Gerald Darmanin che impedisce l’ingresso in Francia.

 

«Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o chi si comporta come tale. Il comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo nonché la ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti». Multe di 30.000 per i «pericolosi» tifosi che si presentassero ai confini francesi, che poi sarà molto difficili identificarli. E i trattati internazionali che garantiscono la libera circolazione? Davvero paradossale che la Lazio abbia sconfitto Schengen nonostante all’Unione Europea continuino discussioni fiume su quello storico trattato.

 

La Lazio, colta di sorpresa dalla scivolata francese, ha risposto con una polemica nota, ricordando i frequenti problemi avuti al Velodrome, lo stadio dell’Olympique sia nella partita col Galatasaray di settembre (giovedì ci sarà una curva chiusa dopo la sanzione Uefa) che in quelle recenti con Nizza e Psg: «La decisione del Ministero dell’Interno francese di vietare in via precauzionale la trasferta nella città di Marsiglia ai tifosi della Lazio non sorprende ed è in linea con quanto già deciso dalle autorità italiane nella partita d’andata. A stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni (di cui è stata data notizia anche sui tg nazionali): la Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi. Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia. Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere». Il caso è aperto, domani la squadra di Sarri non troverà un ambiente sereno a Marsiglia.

 

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