Kyrie Irving non si vaccina e rischia di non giocare più. Può perdere 380mila dollari a partita, pugno duro Nba
Lotta dura contro i ribelli del vaccino anti-Covid nel basket americano. La stella Nba Kyrie Irving non si è ancora fatta somministrare la dose contro il coronavirus, scelta che rischia di complicare la sua stagione ai Nets. Secondo quanto riporta Espn la franchigia di Brooklyn sta decidendo se tagliare il giocatore o escluderlo solo dagli allenamenti e partite casalinghe.
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In base a un accordo tra lega e sindacato dei giocatori, il playmaker americano, costretto finora a saltare le sedute con i compagni, potrebbe perdere circa 380mila dollari per ogni match in casa che salterà a causa dei protocolli attualmente in vigore a New York, a cominciare dalla partita di preseason di venerdì contro i campioni Nba in carica, i Milwaukee Bucks. Irving, 29 anni, è sotto contratto con i Nets per 35,3 milioni di dollari in questa stagione.
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Irving non è l'unico scettico del vaccino nel mondo dello sport. Nel calcio britannico fa discutere la scelta di Callum Robinson che non vuole vaccinarsi e non ha cambiato idea, nonostante abbia contratto il coronavirus già due volte. Il 26enne attaccante irlandese del West Bromwich era risultato positivo una prima volta nel novembre dell’anno scorso e quindi ad agosto, saltando gli impegni della sua nazionale contro Portogallo, Azerbaijan e Serbia.
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Eppure ha ribadito che al momento non prende in considerazione il vaccino. "È ovviamente fastidioso il fatto di essere stato contagiato due volte ma per il momento non sono vaccinato. Magari più in là potrei cambiare idea ma oggi la mia scelta è questa, è una scelta personale. Ci sono allenatori e altre persone che vorrebbero che tutti facessero il vaccino, è la loro opinione ma ognuno ha il diritto di scegliere cosa fare per sé. Non costringerei nessuno a vaccinarsi, è una scelta che riguarda il proprio corpo", ha detto il giocatore dei WBA.