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"Ho a che fare con i demoni" Il crollo di Simone Biles scuote le Olimpiadi di Tokyo

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I "demoni" dentro di lei, il tabù della salute mentale in atleti che spesso iniziano giovanissimi una vita incentrata sul risultato e caratterizzata da pressioni enormi. C’è un crollo emotivo alla base del flop di Simon Biles nella gara a squadre di artistica ai Giochi di Tokyo. È la stessa fuoriclasse americana ad ammetterlo dopo aver toppato in pieno l’Amanar, atterrando male e accasciandosi in avanti. Per l’oro olimpico a Rio 2016, che poi ha scelto di non fare le parallele, è arrivato non solo il punteggio più basso in carriera, ma forse anche qualche dubbio sul prosieguo non solo dei Giochi, ma della stessa attività agonistica.

 

"Dopo la prestazione che ho fatto, non volevo continuare - ammette la Biles - No, nessun infortunio, solo una piccola ferita al mio orgoglio. Se proseguirò qui a Tokyo? Vedremo verso giovedì (giorno della finale dell’all around, ndr). Viviamo un giorno alla volta, poi vediamo cosa succede. Voglio concentrarmi sul mio benessere, c’è di più nella vita che la palestra - aggiunge l’americana - È un peccato che questo accada qui, durante i Giochi, avrei preferito che queste Olimpiadi fossero migliori per me".

 

Circa la sua salute psicologica: "Non appena metto piede sul tappeto siamo solo io e la mia testa ed ho a che fare con i demoni... Devo fare ciò che è giusto per me e devo concentrarmi sulla mia sanità mentale. Penso solo che il problema della salute mentale sia più diffuso nello sport in questo momento, non è che puoi mettere tutto da parte, devi anche concentrarti su te stesso, perché in fin dei conti anche noi siamo umani. Dobbiamo proteggere la nostra mente e il nostro corpo piuttosto che fare ciò che il mondo si aspetta da noi. Non mi fido più come prima, non so se è una questione di età. Sono un pò più nervosa quando faccio il mio sport - conclude la Biles - Sento che non mi sto divertendo più come prima".

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