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Ecco perché l'Italia del calcio non sarà a Tokyo

Tiziano Carmellini
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Sembra un paradosso, ma è tutto vero. L'Italia del calcio, appena vincitrice degli Europei itineranti, non parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo 2020 che inizieranno con la cerimonia di apertura di venerdì prossimo. Già, perché lo slittamento dovuto al Covid dei Giochi a cinque cerchi, ha rimandato indietro cose già note: ossia la delusione dell''Under 21 di Di Biagio che aveva fallito l'appuntamento con la qualificazione disputata nel 2019. Era ancora un'altra Italia, il gruppo di Mancini era ancora lontano anni luce, la strada con il nuovo ct era stata appena imboccata, e quella sconfitta appariva quasi indolore: o forse l'avevamo semplicemente dimenticata. Oggi, con l'Europeo appena vinto, la ferita invece torna a sanguinare e questa assenza, per un popolo intero tornato a tifare per il tricolore calcistico dopo gli anni scuri dell'era Ventura, fa ancora più male.

 

L'Under 21 allenata da Gigi Di Biagio, non si riuscì a qualificare in un torneo che dava accesso ai giochi alle prime quattro in un girone a dire il vero tosto con Belgio, Spagna e Polonia. Ma la cosa che fece ancora più male è che all'Italia sfuggì la qualificazione ai Giochi per la differenza reti. Dopo la vittoria illusoria al debutto contro la Furie Rosse (3-1), gli Azzurri vennero sconfitti (1-0) dalla Polonia e non bastò il successo (3-1) sul Belgio. Gli spagnoli, forti del 2-1 sul Belgio e del 5-0 decisivo contro la Polonia, chiusero a pari punti con l'Italia (6) ma passarono il turno in virtù della migliore differenza reti (+4 rispetto a +3), andando in fondo al torneo. L'Italia così non riuscì nemmeno a usufruire del ripescaggio come migliore seconda classificata e a qualificarsi per i Giochi fu la Francia a quota sette punti.

La medaglia olimpica nel calcio è destinata a rimanere un ricordo lontano, visto che l'ultimo metallo conquistato dall'Italia del calcio ai Giochi risale al 2004: era il bronzo vinto (battendo l'Iraq) dalla nazionale dei giovanissimi Chiellini e De Rossi. Per l'Oro, unico della nostra storia, dobbiamo risalire addirittura al 1936 a Berlino: la terza fu un altro bronzo nel 1928. 

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