contagi in salita
Allarme Olimpiadi a Tokyo, positivi altri 4 atleti sudafricani
Cresce l’allarme Covid nel villaggio olimpico di Tokyo 2020 a meno di una settimana dall’apertura dei Giochi: due calciatori e un analista video della nazionale sudafricana Under 23 sono risultati positivi e a loro si è aggiunto il ct della nazionale sudafricana di rugby a sette, Neil Powell, che era appena sbarcato dall’aereo. Il tecnico Powell si è messo in auto-isolamento a Kagoshima mentre la sua nazionale ha raggiunto la sede del ritiro. È inserita nel girone di qualificazione con Stati Uniti, Kenya e Irlanda che inizierà il 26 luglio. Gli altri positivi sono il difensore Thabiso Monyane, l’esterno Kamohelo Mahlatsi e un membro dello staff tecnico della squadra di calcio, il video analista Mario Masha, tutti in isolamento. Il Sudafrica deve affrontare giovedì prossimo il Giappone nella partita inaugurale del torneo di calcio. Il resto degli atleti sudafricani è stato sottoposto a doppio tampone che ha dato esito negativo.
«La tempistica dei contagi fa pensare che il test era stato eseguito durante il periodo d’incubazione del virus e questo spiegherebbe perché erano risultati negativi in Sudafrica e positivi in Giappone», ha spiegato il medico della nazionale, Phatho Zondi. Un membro della delegazione del Comitato olimpico sudcoreano è risultato positivo all’arrivo in Giappone ed è stato messo in isolamento. Con questi ultimi casi il totale dei contagiati dal 1° luglio, giorno in cui il comitato ha iniziato a calcolare i contagi legati alle Olimpiadi, sale a 55, tra cui 4 atleti.
Nel villaggio olimpico saranno ospitati fino a 6.700 tra atleti, staff e dirigenti. Le gare si svolgeranno senza pubblico come precauzione anti-Covid ma intanto montano le polemiche in Giappone per l’organizzazione di queste Olimpiadi che si apriranno il 23 luglio, nel pieno del quarto stato di emergenza di Tokyo per il coronavirus, iniziato il 12 luglio e che terminerà il 22 agosto, 2 giorni prima dell’inizio della celebrazione dei Giochi Paralimpici. Il direttore esecutivo dei Giochi, Christophe Dubi, ha rassicurato che «gli incroci e le mescolanze tra atleti e popolazione sono molto limitati e il rischio viene mantenuto a un livello minimo». «Possiamo assicurare che la trasmissione tra i vari gruppi è quasi impossibile», ha aggiunto.