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Sarà Italia-Austria, ecco la sfida per gli azzurri di Mancini

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Mentre si è conosciuto l’avversario degli azzurri a Londra, cioè l’ Austria, continuano gli elogi per Mancini. Solo Zoff agli Europei del 2000 ebbe una partenza altrettanto veloce. Un inizio così forte in questi tornei con partite ravvicinate, negli ultimi anni, non si era visto. L’Italia aveva fatto percorsi diversi, pur vincendo quattro titoli mondiali e un Europeo, in passato. Ma quasi mai aveva avuto un avvio così esaltante. Ai Mondiali del 1934 e del 1938, ai tempi di Vittorio Pozzo, la formula era differente (eliminazioni dirette) e in ogni caso l’Italia in occasione del primo mondiale vinto, nel 1934 appunto, pareggiò con la Spagna, la partita venne ripetuta l’indomani e i nostri s’imposero. Poi battè la Cecoslovacchia nella finale di Roma. In Francia, in occasione del secondo Mondiale conquistato, nel 1938, effettivamente gli azzurri vinsero sempre battendo Norvegia, Francia, Brasile e l’Ungheria in finale. Un percorso netto, ma - lo ripetiamo - la formula era diversa da quella d’oggi. Ora c’è il girone preliminare.

Nel 1968, in occasione dell’Europeo vinto (l’unico), la fase finale venne giocata in due partite: nella prima l’Italia di Valcareggi pareggiò con l’URSS e venne favorita dal sorteggio, poi pareggiò ancora in finale con la Jugoslavia, battendola dopo due giorni. Agli europei del 2000 l’Italia di Zoff vinse sempre, ma fu sconfitta dalla Francia in finale. A quello del 2012 gli azzurri di Prandelli arrivarono alla finale di Kiev, perdendola, ma attraverso risultati meno esaltanti. Al Mondiale di Spagna, prima di scatenarsi, la squadra di Bearzot cominciò con tre pareggi e si qualificò a stento, poi ingranò le marce alte e battè tutti. In Germania nel 2006, gli azzurri di Lippi pareggiarono con gli USA nel girone preliminare e poi filarono verso il successo. Tre vittorie subito, con la formula attuale, le aveva ottenute - come detto - Zoff. Inoltre, sette gol segnati e zero subiti. Eguagliato il record di Pozzo con trenta partite utili. L’Italia a punteggio pieno finora ha fatto meglio delle favorite Francia e Germania, che avevano però ben altri avversari nel girone. Inoltre, en passant, da notare come molti giocatori dell’Atalanta (Gosens soprattutto) stiano «occupando» la scena di questo Europeo.

 

 

 

 

Ora ci toccherà l’Austria che, dopo aver superato la Macedonia (2-1) e aver perso con l’Olanda (1-2) ha avuto la meglio sull’Ucraina di Shevchenko (1-0). Un’Austria più combattiva rispetto agli avversari. Tornando alla vittoria sul Galles, Mancini ha pensato un po' agli ottavi e un po' alla soddisfazione delle proprie truppe, come un generale assai avveduto: ha fatto giocare tutti i propri soldati, tranne Meret che, ne siamo sicuri, verrà chiamato in causa nelle prossime partite. Ha imparato dalla sua esperienza di giocatore di alto livello. Una carezza sempre e uno schiaffo quando serve. Lo stanno aiutando i risultati, che fanno morale e rendono le (eventuali) jene da spogliatoio, più disposte al dialogo. In ogni caso, ha una squadra tosta, capace di segnare 7 gol senza subirne. E compatta anche sul piano morale. La partecipazione alla conquista del bottino dei centrocampisti (Locatelli, Pessina) insieme con gli uomini deputati al gol (Immobile, Insigne, lo stesso Berardi: solo Belotti è rimasto all’asciutto) dice delle doti positive della squadra, dove tutti attaccano e tutti difendono. Un gioco moderno e spesso brillante, per un complesso dominante, in cui è difficile stabilire chi sono i migliori, perché tutti svettano.

E se nelle prime partite i posti d’onore sono stati attribuiti a Spinazzola, Locatelli e Verratti a pari merito con Pessina, significa che tutti i reparti funzionano, anche se la logica delle pagelle a volte privilegia quelli più in evidenza nelle singole partite. L’Italia gioca «di squadra» e i solisti vengono inglobati nel meccanismo generale che finora ha funzionato bene. Il fatto che Donnarumma sia stato chiamato in causa raramente (una volta a partita, mediamente) indica che il possesso palla è quasi costantemente in mano azzurra e i filtri funzionano. È un momento felice per il nostro calcio. E tacciono persino i bastiancontrari in servizio permanente effettivo.

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