guerra della bottiglietta

Dopo Ronaldo e Locatelli la Uefa impone la Coca-Cola: vietato spostare le bottigliette

Massimiliano VItelli

Basta spostare le bottigliette degli sponsor. Dopo il gesto di Cristiano Ronaldo, che ha eclissato le Coca-cola invitando tutti a bere acqua e quello di Paul Pogba che ha nascosto alle telecamere una Heineken (i musulmani non bevono alcol), la goccia che ha fatto traboccare la bottiglietta è stato il comportamento di Locatelli, che ha rimosso due Coca-cola per evitare che lo impallassero davanti alle telecamere. Per evitare altre emulazioni, la Uefa ha emesso allora un comunicato ufficiale con il quale si «ricorda alle federazioni coinvolte che ci sono degli obblighi». 

 

  

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A chiarire il concetto è stato Martin Kallen, Ceo di Uefa Events SA e direttore di Euro 2020. «Abbiamo parlato con le federazioni calcistiche che partecipano al torneo – ha dichiarato Kallen – ricordandogli che i ricavi degli sponsor sono importanti per la competizione e il calcio europeo».

 

Il monito è per i giocatori, ma qualora questi dovessero contravvenire ancora alle indicazioni, sarebbero le federazioni a pagare. «I calciatori sono obbligati a rispettare le regole del torneo attraverso le federazioni – spiega – La Uefa non punirà mai loro direttamente, ma lo farà attraverso la propria federazione, visto che c’è un regolamento firmato da tutte le partecipanti ad Euro 2020». 
Nell’onda lunga delle polemiche riguardo il caso-bottigliette, fa sorridere il post di Radja Nainggolan, che con grande ironia ha pubblicato sui suoi profili social una foto evidentemente ritoccata che lo ritrae in conferenza stampa con una fila di bottiglie di superalcolici sulla scrivania. 

 

E mentre il mondo s’interroga su quanto sia potente l’immagine mediatica di Cristiano Ronaldo, c’è chi non lo riconosce nemmeno. È accaduto in Ungheria, a Budapest, prima della gara d’esordio all’Europeo del Portogallo. I lusitani dovevano affrontare l’Ungheria e, arrivati al Puskas Arena, sono scesi dal pullman per recarsi negli spogliatoi. È stato allora che un addetto alla sicurezza dell’impianto ha rincorso CR7 per controllargli il pass. Sorpreso, il campione, non ha fatto una piega, ma l’episodio è diventato virale. 

Ovviamente ci sono due possibilità: o l’addetto non ha riconosciuto Ronaldo (e con la mascherina ci può anche stare) oppure ha solamente voluto fare il suo lavoro con grande meticolosità.