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Calcio, scommesse e mazzette, Report scoperchia la guerra dei procuratori

Giorgia Peretti
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Il mondo del calcio entra nel mirino di Report. Il programma sotto la conduzione di Sigfrido Ranucci, nella puntata di lunedì 7 giugno dedica ampio spazio ai retroscena del rettangolo verde.

Una tempesta scandita da affari illeciti, infiltrazioni criminali e conflitti d’interesse: il tutto al centro della nuova inchiesta della trasmissione di Rai3. Al centro della bufera anche i procuratori dei giocatori che rappresenterebbero circa 140 milioni di euro per le intermediazioni. A pochi giorni dal calcio d’inizio degli Europei l’azzurro Gianluca Scamacca e il giocatore della Juventus Dejan Kulusevski annunciano l’intenzione di lasciare i loro agenti. A convincerli a cambiare sarebbero stati Daniele De Rossi e Leonardo Bonucci. Mentre per l’assistente allenatore della nazionale, De Rossi, non sarebbero emerse prove degli avvenuti contatti con Scamacca, per Leonardo Bonucci, stando alle fonti della trasmissione sarebbe avvenuto un incontro con il giocatore, negli spogliatoi.

Secondo l’inchiesta di Report, il procuratore Alessandro Lucci ha preso tre giovani talenti da altri tre diversi procuratori. E sembrerebbe che i principali attori siano gli stessi calciatori a convincere i ragazzi più giovani a cambiare agente. Il tutto segnato da ingenti somme di denaro e regalie offerte dai procuratori per arruolare i giocatori nella propria scuderia. Normale routine, a sentire le testimonianze dei personaggi intervistati.

 

 

 

 

Una guerra combattuta tra agenti per accaparrarsi il maggior numero di mediazioni: “È una sorta di oligopolio...sono pochi procuratori rispetto al parco dei giocatori, le commissioni che loro hanno su ogni compravendita si aggirano da un minimo del 10% sul valore del calciatore ad un massimo del 20%”, spiega Fabio Pavesi, giornalista finanziario.

Tra i volti noti, quello di Mino Raiola uno dei più influenti procuratori al mondo. La sua società “Three Sport” ha sede a Malta, domicilio fiscale per tante aziende. Questo secondo quanto emerge dal servizio gli permette di avere enormi vantaggi fiscali, con una tassazione del 5%. A patto che la società però operi a Malta. Report ha scoperto che in realtà Raiola ha la residenza a Montecarlo, conclude gli affari in Italia e in ultimo, fattura a Malta. Secondo quanto emergerebbe dal servizio, la società non sarebbe soltanto la sede degli uffici fittizi per le sue intermediazioni. Oltre la società di Mino Raiola, a Malta ha sede anche la “Sovi International”, società che fa capo ad un altro dei big del settore Federico Pastorello, che nel 2020 ha fatturato 29 milioni in commissioni con la sua scuderia. Anche qui sembrerebbe trattarsi di una sede fittizia per agire poi in Italia, tutto normale peccato che, come sottolinea il giornalista che ha svolto l’inchiesta, non si dichiari e quindi le tasse versate al paese vengano meno.

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