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Lotito può scippare lo stadio alla Roma. Vitek offre il pacchetto "chiavi in mano"

Fernando M. Magliaro
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La svolta avrebbe un che di beffardo e clamoroso: mentre il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, a Gli Inascoltabili ha offerto alla Roma la propria città come sede per lo Stadio, Tor di Valle potrebbe diventare lo «Stadio della Lazio».

 

La notizia la lancia L’Espresso in un articolo dedicato all’immobiliarista ceco Radovan Vitek. Nel pezzo si fa riferimento alla possibilità che l’affaire Stadio a Tor di Valle possa cambiare sponda del Tevere e passare da quella giallorossa a quella del club guidato da Claudio Lotito. 

In sostanza, vista la decisione dei Friedkin di troncare il rapporto con la Eurnova di Luca Parnasi - il partner «storico» della società giallorossa nel progetto Stadio di proprietà - Vitek, che ha liquidato nel frattempo tutti i crediti pendenti sulle aree dell’ex ippodromo cancellando, quindi, i pignoramenti, starebbe valutando di offrire il progetto «chiavi in mano» alla Lazio come «piano B». E Lotito sarebbe tutt’altro che disinteressato. Quanto meno, non si sarebbe registrata una chiusura aprioristica ma un laico e pragmatico «andiamo a sentire». Sono indiscrezioni che né da Vitek né in casa biancoceleste vengono smentite o confermate ufficialmente.

 

La formula potrebbe essere non dissimile da quella inizialmente pensata per la Roma, l’affitto da pagare a una società terza. In pratica, invece che pagare l’affitto al Coni per l’Olimpico lo si pagherebbe a Vitek. Con la clausola che al termine del periodo stabilito - quanto meno i trent’anni previsti dal vincolo obbligatorio di legge per «l’utilizzo in via prevalente» - l‘impianto potrebbe passare nel patrimonio della società sportiva. 

 

I rumors riferiscono anche della possibilità che, come già Vitek aveva offerto alla Roma, possa essere messo sul piatto, garantita dallo stesso immobiliarista ceco, una linea di credito da un miliardo di euro necessaria a coprire tutti i costi della realizzazione del progetto.

A vantaggio di questa soluzione ci sarebbe il fatto che l’iter è completo, bastano solo le firme o quasi. Certo, c’è la votazione in Consiglio comunale da fare, roba che i grillini ora non potrebbero sostenere. Ma per l’autunno, con il nuovo Sindaco, il discorso potrebbe essere portato a termine davvero in un tempo brevissimo. C’è poi un ulteriore elemento psicologico: la voluttà di sgambettare all’ultimo miglio la Roma.
 

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