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Le punizioni di Lorenzo Pellegrini e gli specialisti scomparsi: quasi la metà finiscono sulla barriera

Alessandro Austini
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Si erano abituati bene con Totti, Pjanic e Kolarov. Ora i romanisti hanno perso ogni speranza quando l’arbitro fischia un calcio di punizione nei pressi dell’area. Nessuno segna più e chi ci sta provando con maggiore insistenza da inizio stagione, Lorenzo Pellegrini, non ci si avvicina neppure. Idem i compagni.

Nella sua carriera divisa tra Roma, Sassuolo, Under 21 e nazionale maggiore Pellegrini ha calciato verso la porta 35 punizioni da varie angolazioni e distanze: quasi la metà, 14 sono finite sulla barriera, 6 volte il portiere ha parato il tiro, 3 volte la palla è finita a lato, 8 sopra la traversa, altre 3 è stata respinta in area. Gol? Uno, in Sassuolo-Rapid Vienna ma con deviazione decisiva della barriera. Nel corso dell’attuale stagione ci ha provato 13 volte e solo in due occasioni c’è stata una parata, facile, del portiere. Le altre tutte respinte o finite fuori dallo specchio.

Non sono, insomma, numeri di uno specialista. Ma non lo sono neppure quelli di Veretout, che ha segnato una sola volta alla Lazio su 20 tentativi in carriera, di cui 7 con la Roma. Pedro? I dati WyScout ne riportano appena 3 (di cui una in giallorosso), con un tiro alto, uno a lato e uno sulla barriera. E non ha fatto meglio Mkhitaryan, che alla Roma ha calciato una sola punizione e ne ha provate altre 11 segnando solo un gol in nazionale calciando sotto la barriera a Cipro.

Fonseca cerca disperatamente un tiratore e non lo trova, non va molto meglio ai colleghi della Serie A: in tutto finora sono arrivati appena 11 gol da punizione diretta in campionato, con i soli Milinkovic (3 reti) e Lykogiannis (2) che hanno fatto centro più di una volta.
 

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