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L'architetto dello stadio Dan Meis: "Peccato per Tor di Valle ma sono pronto a un progetto per i Friedkin"

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Deluso da un progetto che non vedrà mai la luce, ma già pronto a idearne un altro per la Roma. Dan Meis, l'architetto americano incaricato da Pallotta di disegnare l'impianto che sarebbe dovuto sorgere a Tor di Valle, incassa il "no" del club giallorosso e guarda avanti, confidando di un incontro già avvenuto con i Friedkin.

“Non ero a conoscenza dell’annuncio della Roma su Tor di Valle - racconta al sito siamolaroma.it - ma non posso dire di essere rimasto molto sorpreso. La politica in costante mutamento e alcuni requisiti infrastrutturali estremamente onerosi avevano reso il progetto sempre più improbabile. Sono pratico su queste cose in quanto mentre un nuovo stadio è necessario per rendere il club più competitivo, non ha senso gravarlo con debiti non realistici e inutili. Ero molto triste ovviamente perché sono stati anni di investimenti e un design di cui ero molto appassionato”.

Poi Dan Meis parla dei possibili sviliuppi sulla nuova casa giallorossa: “Credo ci sia un nuovo stadio dell’AS Roma nel nostro futuro e mi piacerebbe progettarlo. C’erano alcune idee in quegli schizzi per mettere insieme vecchio e nuovo, simili a ciò che abbiamo progettato per l’Everton. Ho incontrato i Friedkin e ho presentato il lavoro che abbiamo fatto per il proprietario precedente, ma ho chiarito che aveva perfettamente senso rivisitare tutto ciò che riguarda il design come nuovo proprietario. Ogni proprietario è diverso e il design dovrebbe rappresentare la loro visione unica per il Club. Di certo, non mi sarei mai aspettato che mi assumessero semplicemente per il lavoro che abbiamo svolto in passato, ma sono convinto che, immergendoci per anni nella cultura dell’AS Roma e della città di Roma, abbiamo un valore unico che possiamo portare al progetto. Ci distinguiamo assumendo solo 1 o 2 progetti alla volta. Questo mi permette di entrare in sintonia con il proprietario, la città e i fan del club. Gli stadi sono diversi dagli altri edifici e non devono essere “stereotipati”, sono la casa di club e tifosi che hanno diverse generazioni di storia. Capire quella storia e la passione dei tifosi è fondamentale per progettare uno stadio come questo. Questo è il motivo per cui la Curva Sud era così “grande” nei nostri concetti”.

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