Lo sport a Roma è morto. La replica del Campidoglio: abbiamo sempre valorizzato squadre e impianti
Ma quale Capitale dello sport, a Roma lo sport (inteso per tutto ciò che non concerne al calcio) se non è morto è in fin di vita. L’uscita della Virtus dal campionato di serie A di basket conclama solo una situazione che va peggiorando da anni. La sintesi, fin troppo drammatica è: a Roma conta solo il calcio. Il resto è come se non ci fosse, nonostante le moltissime realtà interessanti, perché quando si tratta di fare il salto di qualità, crescere ed entrare nella schiera delle squadre che disputano i campionati maggiori, c’è sempre qualcosa che si blocca.
Con l’addio della Virtus Roma Basket la Città Eterna si ritrova fuori dai massimi campionati di pallacanestro, volley (dove la prima squadra milita addirittura in A3), pallanuoto con la Lazio che ha dovuto iniziare una guerra a suon di carte bollate per trovare una piscina dove continuare ad allenarsi. È presente nel Top Ten di rugby nel quale però non riesce ad incidere.
I problemi di fondo sono diversi e vanno dalla mancanze di infrastrutture, al poco aiuto della istituzioni, allo scarso interesse dei media che non stimolano il pubblico a seguire le squarde di Roma. E quando parliamo di «assenza» delle istituzioni, non vuole essere solo l’ennesimo attacco a una gestione capitolina «grillina» che comunque continua a far acqua da tutte le parti, perché era così anche prima dell’era Raggi. Diciamo che l’attuale sindaco non ha fatto granché per provare ad aiutare le squadre della Capitale.
Un esempio su tutti quello proprio della Virtus, che ha dovuto lasciare il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano allagatosi ormai tre anni fa e tutt’ora inagibile. Il Campidoglio millantò rapidi lavori e rapida riapertura cosa mai avvenuta, ovviamente. Da qui tutte le complicazioni che comporta il dover andare ad allenarsi e poi a giocare ogni volta in un impianto decentrato e costoso come il PalaEur. Si parla di circa quindicimila euro a partita per poterlo utilizzare: costi che si aggiungono a costi e che hanno contribuito al tracollo del povero Toti lasciato solo a gestire un club che faticava a fare mille spettatori durante le partite di campionato. Già, perché un altro dei problemi di Roma è questo: la gente va a vedere solo le partite di calcio, il resto è come se non esistesse. Senza il giusto risalto gli sport «minori» in questa città sono diventati così «minori» da diventare minuscoli fino quasi a scomparire.
Con la Virtus basket è successo un po’ quello che era accaduto qualche anno addietro con il rugby. La Roma che vinse lo scudetto nel 2000 pagò le spese di quel successo e poi lentamente andò verso un declino che la portò al fallimento. Nonostante i molti tentativi di rianimarla da parte di imprenditori che oltre alla passione avrebbero avuto bisogno di supporto da parte delle istituzioni.
Si chiuse l’era del presidente mecenate Renato Speziali poi dopo il rischio del fallimento il club venne «affidato» all’imprenditore Paolo Abbondanza (sul modello di quanto fatto con Toti per il basket) ma dopo alcuni anni successe più o meno quello che in questi giorni è accaduto alla Virtus.
Per non parlare del volley, uno degli sport nazionali più praticati in giovane età e che invece a Roma non trova un’espressione agonistica di livello da una vita. Anche qui per le squadre della Capitale uno dei problemi principali è proprio quello degli impianti. La prima squadra di Roma maschile, che attualmente milita nella Serie A3 (per fare un paragone la serie C del calcio), è costretta ad allenarsi in giro per la città, ma deve andare a giocare le partite al Paladifiore di Ostia. E non va meglio alle donne dell’Acqua &Sapone ora impegnate nel campionato di A2: spedite al PalaFonte di Fonte Meravigliosa. Un viaggio della speranza ogni volta... ma a Roma ormai agli altri sport non sta rimanendo nemmeno più quella.
Dall'Ufficio Stampa di Roma Capitale riceviamo e pubblichiamo: "In riferimento agli articoli pubblicati in data 11 dicembre in formato online su “Il Tempo.it - Sport" dal titolo “Lo sport a Roma è morto: le grandi colpe delle istituzioni" e in formato cartaceo su "Il Tempo - Roma" dal titolo "Lo sport a Roma è morto. Con l'uscita della Virtus dal campionato di basket si è decretato l'ennesimo fallimento di una città" entrambi a firma Tiziano Carmellini, si chiede la rettifica in quanto gli articoli contengono informazioni inesatte, fuorvianti e lesive dell'immagine dell'istituzione di Roma Capitale. Il titolo "Lo Sport a Roma è morto: le grandi colpe delle istituzioni" risulta fuorviante e appare essere un mezzo per strumentalizzare, a discapito dell'immagine dell'istituzione Roma Capitale, una situazione, legata all'infelice esito della Virtus Roma, di cui al contrario l'Amministrazione capitolina si è fatta parte attiva per tutelarne la sopravvivenza. Gli articoli contengono una serie di affermazioni false e non tengono conto di quanto invece portato avanti dall'attuale Amministrazione in questi anni. Si citano a titolo esemplificativo e non esaustivo una serie di azioni tese alla valorizzazione dello sport a Roma e del suo patrimonio impiantistico. Per esempio un contributo alla crescita della pallacanestro di base è stato dato sostenendo attivamente la realizzazione di 12 Playground in periferia, in attesa di completarli in ogni Municipio, o si pensi ancora alla grande opera di riqualificazione delle palestre scolastiche, o alle centinaia di eventi sportivi in città, tra cui grandi eventi internazionali e candidature assegnate per i prossimi anni come, tra gli altri, Formula E, Roma UEFA Euro 2020, Open d'Italia di Golf, Longines Global Champions Tour.
Affermare inoltre la "pallanuoto con la Lazio che ha dovuto iniziare una guerra a suon di carte bollate per trovare una piscina dove continuare ad allenarsi." è una ricostruzione molto parziale e lontana dalla realtà dei fatti che vedono al contrario la citata Lazio Nuoto non vincitrice del bando regolarmente indetto a seguito di concessione scaduta e più volte prorogata di cui la Lazio Nuoto è stata titolare per oltre 30 anni. Sono stati previsti contributi per la promozione sportiva con il “Regolamento per la concessione di contributi finalizzati alla promozione sportiva tramite eventi ed attività di interesse di Roma Capitale”, quarto regolamento sportivo approvato dalla nostra Amministrazione oltre al Regolamento Impianti Sportivi di Roma Capitale, al Regolamento degli Impianti Municipali e al Regolamento Eventi Sportivi su Strada.
L’attuale Amministrazione ha voluto distinguere inoltre quelle manifestazioni che si contraddistinguono per interesse pubblico consentendo di fatto l’esenzione dal pagamento delle spese di Polizia Locale da parte degli organizzatori privati che rispettano alcuni criteri. É stata istituita una Cabina di Regia degli Eventi su Strada, unico esempio tra istituzioni sportive, alla quale partecipano, oltre all’Amministrazione e ATAC, le varie federazioni sportive, per promuoverne e facilitarne una migliore organizzazione, evitarne la sovrapposizione e determinare, di conseguenza, un risparmio per la collettività e un vantaggio per gli organizzatori virtuosi.
Per quanto su evidenziato e in particolare per quanto riguarda nello specifico quanto affermato negli articoli "E quando parliamo di "assenza" delle istituzioni, non vuole essere solo l'ennesimo attacco ad una gestione capitolina "grillina" che continua a fare acqua da tutte le parti [...] Diciamo che l'attuale Sindaco non ha fatto granché per provare ad aiutare le squadre della Capitale. Un esempio su tutti quello proprio della Virtus, che ha dovuto lasciare il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano allagatosi ormai tre anni fa e tutt'ora inagibile." si fa presente che già nel 2016 la struttura presentava gravi carenze manutentive pericolose per l'incolumità di giocatori e spettatori, circostanza che ha portato l'Amministrazione a fare la scelta, improcrastinabile, di chiuderlo, procedendo a mettere a bilancio i fondi necessari per ristrutturarlo. Nel contempo l'Amministrazione capitolina ha sempre dimostrato pubblicamente la vicinanza alla società, basti ricordare anche l’apertura, straordinaria, del Campidoglio e dell’Aula Giulio Cesare in occasione della presentazione del progetto “La tua Virtus, entra Capitale”. Da anni è stata al suo fianco per ricercare delle soluzioni che potessero consentirne la sopravvivenza nel massimo campionato di basket; ha facilitato incontri, telefonici e non, tra la squadra e l’azienda Acea e si è lavorato a lungo anche per facilitare il dialogo tra Eur Spa e le varie società di basket per poter usufruire del Palazzo dello Sport alle migliori condizioni possibili, intervenendo più volte sia con la proprietà che con il concessionario del Palazzo dello Sport. In conclusione va aggiunto che Roma è l'unica città che tra giugno e settembre 2020, in piena pandemia da Covid-19, ha svolto nel massimo rigore delle normative vigenti in termini di sicurezza, ben 5 eventi internazionali ottimamente riusciti".