IL CASO DELLA PANCHINA
Lite con la Roma tra insulti e bestemmie: Giuntoli e il Napoli patteggiano
Si chiude la lunga coda giudiziaria su Napoli-Roma del 5 luglio scorso, la partita vinta 2-1 dalla squadra di Gattuso e preceduta da una furente lite tra i dirigenti delle due squadre riguardo alla sistemazione dei calciatori giallorossi in panchina: la Roma ha deciso di farli sedere tutti accanto a Fonseca nonostante il Napoli chiedesse di mandarli in tribuna per rispettare il distanziamento imposto dai protocolli-Covid.
Già processata la Roma, con l'inibizione di 30 giorni del Ceo Guido Fienga, la squalifica di 20 giorni del medico Massimo Manara e un'ammenda di 7mila euro (pene tutte confermate dalla Corte Federale d'Appello), ora il Napoli e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli hanno deciso patteggiare la pena: arrivano solo una piccola ammenda al dirigente e una dello stesso importo alla società coinvolta per responsabilità oggettiva. Gli importi, come da regolamento, sono stati ridotti al 50% trattandosi di un patteggiamento. La richiesta è stata presentata dall'avvocato dei partenopei Mattia Grassani alla Procura Federale che ha girato la pratica per l'ok formale alla Procura generale dello sport del Coni.
La lite oggetto dell'indagine è emersa nell'ambito del primo procedimento che ha portato alle sanzioni per i romanisti Fienga e Manara. Nella memoria difensiva presentata dalla Roma, il team manager Gianluca Gombar riferiva di una accesa lite con Giuntoli, scoppiata prima della partita di fronte all'arbitro Gianluca Rocchi. Acquisita la memoria, la Procura Federale ha aperto un'inchiesta parallela, ascoltando Giuntoli e come testimoni Rocchi, Gombar, il dirigente giallorosso Vito Scala, e gli addetti stampa Luca Pietrafesa e Gianni Castaldi, tutti presenti al momento dello scontro verbale nelle stanze del San Paolo. Nell'ambito dei vari interrogatori è emerso che Giuntoli ha preso a male parole i dirigenti e gli altri esponenti della Roma. "Fanno i fenomeni..." urlava il diesse napoletano, tra bestemmie e improperi vari. Ma adesso tutto si chiude con una semplice multa.
Intanto altri due procedimenti, sempre relativi ai protocolli Covid, si chiudono. Archiviato il caso quasi analogo a quello del San Paolo e avvenuto all'Olimpico in occasione della gara Roma-Fiorentina dello scorso 26 luglio. Nella circostanza, secondo gli ispettori federali i giocatori giallorossi erano seduti in panchina senza rispettare il distanziamento. Ma dopo le necessarie verifiche e in mancanza di contagi a Trigoria nei 15 giorni successivi alla partita, la Procura Figc ha deciso di archiviare il procedimento.
Arriva il patteggiamento invece su un terzo episodio davvero singolare: il 22 giugno, in vista dell'imminente ripresa del campionato post-lockdown, la Roma si era allenata all'Olimpico e per quel giorno era previsto che fossero effettuati i tamponi al gruppo squadra. Ma gli incaricati ai test non furono fatti entrare allo stadio, in quanto i loro nomi non erano presenti nella lista degli ammessi all'impianto. La Procura Federale ha dovuto aprire un fascicolo e la Roma ha deciso di patteggiare: in questo caso scatta una pena pecuniaria per Fienga e i medici Manara e Causarano.