Il Covid buca il pallone: Juve-Napoli non si gioca, vince lo scaricabarile
A poco a poco il Covid-19 si sta portando via i pezzi cardine del mondo del calcio. Prima il pubblico, assente da mesi sugli spalti, poi i diretti protagonisti, i calciatori, fermati dal virus in tutta Europa (dal recente caso di Ibrahimovic in Italia fino alle stelle del Psg Neymar e Mbappè passando per Manè e Pogba in Premier League), infine una squadra intera. Probabilmente il punto di ritorno, perché a furia di togliere tasselli all’ingranaggio il rischio è che venga meno anche la credibilità del sistema. Il mancato viaggio del Napoli a Torino per la supersfida dell’Allianz Stadium contro la Juventus crea un solco che la Serie A dovrà adesso riuscire a ricomporre.
Perché il 3-0 a tavolino in favore dei bianconeri che verosimilmente delibererà il giudice sportivo non è che il primo passo di un lungo braccio di ferro tra il club di Aurelio De Laurentiis da un lato e la Lega e la Juventus dall’altro, che si è regolarmente presentata in campo alle 20.45 per il fischio d’inizio. Il vuoto e il silenzio desolante dello Stadium - mancava il pallone, mancano i calciatori, mancava soprattutto l’avversario - verrà riempito nei prossimi giorni da fiumi di parole e venti di polemiche. Da un lato c’è l’Asl di Napoli che non ha dato il via libera a Insigne (che non ci sarebbe comunque stato per infortunio) e compagni per spostarsi a Torino, dall’altro c’è la Lega di A che ha ribadito il regolamento adottato per le pluripositività (e che ha sancito il rinvio di Genoa-Torino) ma che non si applica al caso del Napoli, alle prese con due soli casi, quello di Piotr Zielinski e Elif Elmas. «La ’ratiò del protocollo resta, quindi, quella di consentire la disputa di tutte le partite e conseguentemente - fanno sapere da via Rosellini - la conclusione regolare della Serie A».
Nel frattempo a Napoli i giocatori restano in isolamento fiduciario (i convocati non risponderanno alla convocazioni in nazionale) a Castelvolturno su indicazione dell’Asl Napoli 2 Nord che, rispetto a sabato, ha precisato che «non sussistono le condizioni che consentano lo spostamento in piena sicurezza dei contatti stretti». Da qui la richiesta di De Laurentiis, non accolta, di rinviare la sfida. Anche se in serata la posizione dei campani prende forza dalla precisazione del Comitato Tecnico Scientifico, che ha ribadito «la responsabilità dell’Autorità Sanitaria Locale competente» in materia di calciatori positivi. La partita che non c’è stata sul rettangolo verde è destinata a spostarsi in tribunale e anche sul campo della politica. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che «si parla troppo di calcio e poco di scuola, sono anche io un appassionato, ma la priorità non può essere il calcio o gli stadi, ma la salute». Concetto ribadito in serata in una nota da Vincenzo Spadafora, che ha posto l’attenzione sul «far prevalere l’interesse superiore della salute su qualsiasi altra logica o interesse di parte». Il ministro dello sport ha ricordato che «alle Autorità sanitarie locali è demandata una chiara responsabilità e una precisa azione di vigilanza» invitando le istituzioni calcistiche a «decidere sugli aspetti specifici del campionato, sia sulla decisione di stasera che su eventuali ricorsi futuri».