TENNIS
Federer operato al ginocchio: arrivederci al 2021
La semifinale persa agli Australian Open contro Novak Djokovic il 30 gennaio scorso sarà l’ultimo incontro di Roger Federer nel 2020: per rivedere lo svizzero in campo appuntamento al prossimo anno. Il recupero dall’operazione al ginocchio destro effettuata lo scorso febbraio, e che lo avrebbe portato a saltare Indian Wells, Miami e Roland Garros in tempo per Wimbledon prima che il coronavirus stoppasse la stagione e stravolgesse tutto, non è andato come ci si aspettava. Già nei giorni scorsi Severin Luthi, uno dei tecnici del fuoriclasse di Basilea, aveva ammesso che la ripresa di Federer stava procedendo un po' più lentamente del previsto ma forse nessuno si aspettava che l’ex numero uno del mondo dovesse andare di nuovo sotto i ferri. E invece oggi è stato lo stesso Federer, 39 anni il prossimo 8 agosto, ad annunciare via social che il suo ginocchio ha richiesto un ulteriore intervento in artroscopia e dunque, a prescindere se e quando il circuito riaprirà i battenti, la sua stagione può considerarsi finita.
«Alcune settimane fa ho accusato una ricaduta durante la riabilitazione e sono stato costretto a sottopormi ad un nuovo rapido intervento in artroscopia al ginocchio destro - le parole di Re Roger - come già fatto in vista della stagione 2017, intendo dunque prendermi il tempo necessario per essere al 100%, pronto a giocare ai miei massimi livelli. Mi mancheranno i tifosi e il circuito ma sono impaziente di rivedervi tutti all’inizio della stagione 2021».
Federer, dunque, trascorrerà il resto dell’anno a fare da spettatore di una possibile ripresa per presentarsi di nuovo in campo alla soglia dei 40 anni, sperando di ripetere l’exploit a cui ha accennato: nel 2016, infatti, si era sottoposto a un intervento simile ma all’altro ginocchio, inizio di un calvario che lo portò a chiudere l’anno con zero titoli, saltando anche le Olimpiadi di Rio e disputando appena 28 incontri in tutta la stagione.
Poi la rinascita: Australian Open, Indian Wells, Miami e soprattutto Wimbledon, oltre al Masters 1000 di Shanghai, una delle sue migliori annate di sempre. Ci riproverà, anche se con qualche acciacco in più sulle spalle: il 21esimo Slam e soprattutto l’oro a Tokyo sono due motivazioni più che sufficienti per non mollare.