NUOTO

Magnini: finalmente la verità e sogno Tokyo 2021

Luigi Salomone

«Per molti atleti un anno in più può essere uno svantaggio ma per un atleta come me, che ha smesso da tre anni e che dovrebbe rimettersi in piazza, avere un anno in più è un vantaggio. Il destino potrebbe aver giocato a mio favore. Al momento mi alleno per divertimento e non certo per preparare un olimpiade, ma andare a Tokio è il mio il sogno nel cassetto». Filippo Magnini, il nuotatore, quattro volte campione del mondo, intervistato su Radio 1 Rai, ha parlato dell’assoluzione per le accuse di doping, del sogno di andare alle Olimpiadi di Tokio 20121 e della necessità di far ripartire il nuoto con la riapertura delle piscine. «L’entusiasmo è tanto perchè, dopo 27 anni di carriera, quella macchia non la volevo assolutamente. Ho sacrificato molto tempo della mia vita, energie mentali, fisiche, economiche per andare fino in fondo perchè ero sicuro che la verità sarebbe venuta fuori, ed è stato così.. E quindi adesso ho una bella spinta emotiva, per tutte le cose della vita e anche per sognare l’Olimpiade!! Tengo il sogno nel cassetto e poi, da settembre, vedremo se si materializzerà. Nella giustizia ordinaria servono le prove, mentre in quella sportiva si può fare il processo alle intenzioni - continua Magnini sulla vicenda Doping - E noi abbiamo dimostrato che non c’erano ne prove e ne intenzioni e sono stato scagionato. Ci sono voluti tre anni e per fortuna avevo smesso di nuotare già da un anno e mezzo e quindi non ha rovinato la mia carriera, ma questo tempo perso per difendermi e far venir fuori la verità ha rovinato la mia vita personale». Sulla ripresa delle attività Magnini dice: «Il nuotatore professionista non può praticare il suo sport da un’altra parte. Il Calciatore, ad esempio, può andare a correre, usare il Tapis Roulant, può fare esercizi in palestra o anche a casa. Il nuotatore purtroppo ha bisogno dell’acqua. Il nuoto è diverso rispetto a tanti altri sport perchè su può praticare solo in piscina. Il nuoto è uno sport di grande sensibilità. il nuotatore deve nuotare tutti giorni. basta stare due giorni fuori dall’acqua e quando rientri ti senti già diverso. La difficoltà, dopo due mesi di inattività, sarà innanzitutto mantenere la concentrazione per l’obiettivo. Ogni atleta sa di avere una scadenza che è costituita dalla gara. In questo momento però non esistono gare (sono tutte bloccate) e c’è solo la prospettiva dell’Olimpiade del 2021. Fare una programmazione così ampia, dove non gareggi e non ti testi non è facile. A livello mentale ed emotivo, ma anche a livello fisico perchè essere stato fermo due mesi significa aver perso tono muscolare, forza nelle spalle e fiato E quindi si ripartirà con qualche difficoltà, ma non vi preoccupate: alle Olimpiadi vincerà comunque quello che doveva vincere e che sarà il più forte».  Magnini si sofferma sui grandi incontri con il campione dei pesi massimi Klycko e con Bud Spencer: «Ero in America e un giorno ho incontrato il pugile campione del mondo, Klycko, e lui mi ha detto: facciamo una sfida sui 50 stile libero, però ti prego dai il massimo perchè voglio vedere quanta differenza c’è fra me e te. Io ho dato il massimo e ovviamente l’ho massacrato...Se lui non me lo avesse chiesto io sarei andato piano, sarei stato un po' con lui e poi lo avrei battuto alle ultime bracciate... ma lui non avrebbe mai saputo quanto un nuotatore sia più forte di lui che è un pugile. E questo mi ha insegnato che non è importante di quanto si perde, ma è importante avere sempre di fronte un avversario che ha dato il massimo Bud Spencer e Terence Hill sono il mio mito. Ho visto tutti i loro film, così come mio padre e mio nonno. Ho avuto la fortuna di conoscere Bud Spencer e in quell’occasione mi ha raccontato che ai suoi tempi si allenava per un chilometro al giorno mentre noi ne facevamo 16... per dire la differenza di epoche!!! E poi mi ha regalato una sua foto autografata scrivendoci sopra che i successivi mondiali si sarebbero vinti con 46"09: un tempo impossibile, perchè a quei tempi i cento metri si nuotavano in 48... Io pensai, va beh è Bud Spencer, non gli dico niente, forse non conosce più il nuoto... E invece aveva ragione lui perchè i successivi mondiali a Roma furono vinti in 46"9, perchè quell’anno si usavano i supercostumi»