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Strakosha: la Lazio non vuole smettere di sognare

Il portiere biancoceleste non vede l'ora di riprendere l'inseguimento alla Juventus

Luigi Salomone
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«Non bisogna mai smettere di sognare, il nostro obiettivo era la qualificazione per la Champions League, ma adesso vogliamo vincere il campionato». La Lazio è in ballo e vuole ballare. Thomas Strakosha, che sta tornando a disposizione di Inzaghi dopo un piccolo problema fisico, è come tutti in attesa di sapere quando si potrà tornare in campo e riprendere così la caccia alla Juve, distante un solo punto. «La situazione è molto migliorata, stiamo aspettando solo la data di ripresa della Serie A - racconta il portiere albanese a Lazio Style Channel - Mentalmente non abbiamo staccato, il calcio è la nostra vita ed è uno sport che tiene unite tante persone. Non pensavamo di poter essere in lotta per lo scudetto. Passo dopo passo abbiamo notato dei miglioramenti all'interno della squadra, abbiamo iniziato a crederci dando il massimo per provare a raggiungere un nuovo obiettivo. Abbiamo grandi qualità, sarà importante ritrovare la forma fisica migliore per farci trovar pronti soprattutto nelle prime gare dal momento della ripresa». All'orizzonte si profila un vero e proprio tour de force. «L'importante sarà star bene e gestire al meglio tutta la rosa, perchè giocare ogni tre giorni a luglio e ad agosto sarà molto dispendioso. Ma la squadra è cresciuta sul piano mentale, perchè tecnicamente si era visto da subito che avevamo qualità. Inzaghi ci ha portato fiducia, ci ha fatto credere in noi stessi. Serviva tempo per trovare il nostro gioco, ci stiamo prendendo dei rischi importanti, ma in questo modo riusciamo a far divertire la gente e a creare tante occasioni. Vogliamo ancora migliorare, non dobbiamo mai smettere di crescere». Alla Lazio «si è creata una vera famiglia anche perchè non sono cambiati tanti giocatori durante questo ciclo, c'è stata continuità nel gruppo. Spero che al termine del campionato la Lazio sarà la miglior difesa della classe, stiamo giocando l'uno per l'altro ed il merito è anche dei nostri tecnici che ci hanno trasmesso questo spirito. È importante poter contare su dei calciatori che riescono a cambiare le partite da soli, sapere che ci sono compagni in grado di ricevere il pallone in mezzo a quattro calciatori ti dà più sicurezza». 

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