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Campionato entro il 20 agosto ed ecco il piano "B"

Partono i professionisti fermi tutti gli altri. In caso di altro stop, via a playoff e playout

Fabrizio Cicciarelli
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Il calcio va avanti, almeno quello professionistico. Il Consiglio federale della Figc ha ampliato lo spazio di manovra per la ripresa delle competizioni, prorogando fino al 20 agosto il limite ultimo per concludere i campionati di Serie A, B e C. Il termine della stagione è stato fissato al 31 di agosto, per ricavare una finestra di dieci giorni utile ad ultimare la Coppa Italia. Si fermano invece tutti i campionati dilettantistici, con una postilla per la Serie A femminile per cui «è stato deciso di verificare nei prossimi giorni le condizioni di ripresa». La Federazione ha anche definito i possibili scenari per la ripresa: se non venissero completate tutte le 124 partire restanti della Serie A, sono stati previsti sia un «piano b» per concludere la stagione disputando playoff e playout che un «piano c», ovvero la definizione di una classifica « applicando oggettivi coefficienti correttivi che tangano conto della organizzazione in gironi e/o del diverso numero di gare disputate dai Club e che prevedano in ogni caso promozioni e retrocessioni». L'ampliamento delle tempistiche non cambia però la tabella di marcia per il ritorno in campo, poiché l'obiettivo resta la chiusura della Serie A entro il 2 agosto come da iniziali indicazioni della Uefa, mentre Serie B e C potrebbero sfruttare tutto il periodo a disposizione. L'auspicio resta quello di tornare in campo il 13 giugno, serve una deroga rispetto ai tempi fissati dal Governo, che ha sospeso eventi e competizioni sportive fino al 14 giugno. Una risposta arriverà nell'incontro cruciale tra il governo e le componenti del calcio in programma il 28 maggio, come annunciato dal ministro dello Sport Spadafora, in caso contrario si potrebbe ripartire il 20 giugno. Si dice «soddisfatto» il presidente della Lega Serie B Mauro Balata, mentre il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli è critico dopo che buona parte delle squadre di Serie C aveva espresso la volontà di non tornare in campo. «Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i sessanta medici sociali».

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