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Pappacena: "Mi sentivo una leonessa in gabbia"

La campionessa romana torna sul campo dopo il lockdown

Federico Maselli
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Il primo colpo esplode dalla racchetta con forza, è un misto di rabbia e liberazione. A due mesi dallo stop forzato per l'emergenza sanitaria, Chiara Pappacena torna per la prima volta sul campo da padel e l'emozione è incontenibile. Tanto che, a distanza di qualche giorno, al solo ricordo la voce le si spezza in gola e lascia spazio a un sorriso che le accende il volto. “In queste settimane mi sono sentita una leonessa in gabbia”, racconta la numero uno d'Italia. “Per lungo tempo ho assaporato il momento in cui avrei rimesso piede nella pista, calpestato l'erba sintetica e impugnato la racchetta”. Alla campionessa romana, classe 1994, del padel è mancato tutto: dalle sensazioni nell'impatto con la palla, al correre da una parte all'altra del rettangolo di gioco fino alle pareti laterali e alla confidenza che aveva maturato con loro. Per tirarsi su di morale e superare lo sconforto, Chiara ha potuto contare sulla sua amica e compagna di match Giulia Sussarello. “All'inizio ero agitata perché non sapevo quando avrei potuto giocare nuovamente – rivela la padelista – ma ho trovato in Giulia una grande alleata dentro e fuori dal campo”. Oltre a organizzare le sessioni di training a casa e le diete per mantenersi in forma, hanno scherzato tanto sul ritorno in campo. “Liscerò la palla? Mi ricorderò le movenze nella gabbia? Sarò in grado di pensare a una tattica efficace?”. E giù a ridere come due matte. Poi, il 4 maggio, il suo primo allenamento. “Le sensazioni sono state più che positive, è stato stupendo tornare a palleggiare e ritrovare i colpi. Questa settimana gioco almeno un'ora e mezza, non voglio proprio separarmi da queste emozioni ritrovate”. Il primo sussulto Chiara lo ha avuto la sera del 26 aprile quando il premier Giuseppe Conte annunciava l'imminente avvio della Fase 2 con la possibilità degli atleti di riprendere gli allenamenti individuali. “Pochi secondi dopo – ricorda la Pappacena – ho preso il telefono e chiamato il mio allenatore Marcelo Capitani per fissare la prima seduta tecnico-tattica sulla pista dell'Orange Padel Club. Non volevo più tornare a casa”. Da allora, quasi ogni giorno, l'atleta si allena con il coach argentino o con Federico Scoppio del Flower Padel prendendo ogni precauzione. “Cambio il grip al manico dopo ogni incontro, utilizzo un guanto di lattice per la mano che non lavora, ho sempre con me del gel disinfettante”. No a docce al circolo e a contatti ravvicinati con i due allenatori. Il tam tam di voci e speranze che si rincorono nelle chat dei padelisti è la stessa, che la stagione non sia compromessa a livello nazionale e mondiale. Anche perché in ballo, quest'anno, c'è (ancora) un appuntamento in calendario: la prima tappa italiana del World Padel Tour in Italia che appassionati e professionisti aspettano da almeno cinque lunghi anni. “Il mio obiettivo per il 2020 era continuare a far bene in Italia e crescere fuori dai confini partecipando a tornei Fip e Wpt. Speriamo che si possa riprendere la competizione”, è l'augurio della giocatrice che, in poco più di un anno, è diventata la numero 72 del mondo. Al di là del significato profondo per lo sviluppo del padel nel nostro Paese, la tappa del più importante circuito professionistico ha per lei il sapore del riscatto. Un riscatto per la dolorosa sconfitta agli ultimi Europei ospitati proprio a Roma lo scorso novembre 2019.      

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