calcio nel caos
I medici della serie A contro il protocollo-ripresa
La ripartenza del calcio italiano si inceppa sul protocollo. Diciassette squadre di Serie A su venti si interrogano sulle linee guida per la ripresa stilate dalla commissione medica della Federcalcio e hanno manifestato le rispettive perplessità in una lettera di venti pagine inviata alla Figc. Un lungo elenco di obiezioni e richieste chiarimenti, con particolare attenzione sulle conseguenze legate a nuovi casi di positività al virus e sulla difficoltà del reperimento dei tamponi. Quest’ultima rischia di dilatare le tempistiche per il ritorno in campo, nonostante il Governo ragioni sulla ripresa degli allenamenti individuali dal 4 maggio e del lavoro di squadra dal 18. PERPLESSITÀ Soltanto Lazio, Juventus e Genoa restano fuori dalle richieste di chiarimento sulle linee guida della commissione guidata dal dottor Paolo Zeppilli, anche se buona parte dei rilievi sarebbero già stati recepiti dal gruppo di lavoro e sottoposti già il 22 aprile al ministro Spadafora. I nodi restano la difficoltà di rispettare il distanziamento, la sanificazione degli ambienti o le perplessità sul ritiro chiuso. Il Napoli pone il problema delle responsabilità medico-legali, dato che l’Inail ha specificato che il Covid è da considerare «malattia del lavoro». Il Brescia ritiene il protocollo «non sufficiente a tutelare la salute di staff e giocatori», la Sampdoria dice no alla ripresa al 4 maggio - e Ferrero precisa «Meglio l’11 o il 18 ma solo con le rassicurazioni giuste» - mentre Lecce e Bologna sollevano il problema della difficoltà nel reperire i tamponi. Il tema più spinoso però resta quello delle possibili positività al Covid-19 dopo la ripresa. «Come gestiamo la positività di un giocatore - si chiede la Roma - alla vigilia di una partita? Partita rinviata, di quanto?». La società giallorossa però ha precisato all’Ansa che «i rilievi non erano volti alla contestazione del protocollo - ha spiegato il medico sociale Andrea Causarano - ma alla sua ottimizzazione. Il club non ha mai espresso parere sfavorevole alla ripresa degli allenamenti in vista della ripartenza del campionato di serie A». DIFFERENZE Il tema dei nuovi contagi ha già visto differenze di approccio anche con la Federazione dei Medici Sportivi, che resta il riferimento del Coni anche nella stesura del protocollo sanitario dello sport italiano che sarà presentato domani a Spadafora. Se venissero accertati casi positivi dopo la ripresa, la Figc prevede due tamponi a distanza di 24 ore per il gruppo squadra e test sierologici dopo 5-7 giorni, mentre per la Federmedici resta l’obbligo di due settimane di isolamento dei contatti ravvicinati. Rispetto alla Fmsi la Federcalcio dispone anche una diversa divisione del gruppo squadra, aggiungendo la distinzione dei «malati lievi» che differiscono per la necessità alcuni esami. Infine i tamponi di controllo, con la Figc che ne prevede due all’inizio mentre la Fmsi ne vorrebbe uno ogni quattro giorni. RIPRESA ALL’ESTERO Ieri la Uefa ha chiesto alle federazioni europee di definire in un mese il piano di ripresa dei campionati, comprensivo di date ed eventuali modifiche dei format. La Polonia è già pronta a ripartire il prossimo 29 maggio, mentre la Premier League punta a tornare in campo l’8 giugno e chiudere il campionato il 27 luglio. Intanto il Chelsea ha annunciato che gli ingaggi non saranno tagliati invitando i giocatori a fare beneficenza, mentre l’Arsenal tornerà ad allenarsi domani. In Argentina si valuta l’interruzione definitiva del campionato, con il Boca Juniors che in questo caso verrebbe proclamato campione. In Messico il massimo campionato è in stand by, mentre la seconda serie è stata fermata definitivamente e per i prossimi sei anni saranno bloccate promozioni e retrocessioni. Buone notizie per Junior Sambia, il centrocampista del Montpellier positivo al coronavirus è stato svegliato dal coma e respira da solo.