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L'Oms dice no ma la Lega Serie A vuole finire il campionato

Carlo Antini
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Dalla Uefa un "assist" alla Figc e alla Lega Serie A in vista dell'atteso incontro di mercoledì con il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, sulla possibile ripartenza del massimo campionato di calcio. Nonostante le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha invitato la Uefa addirittura a sospendere le competizioni internazionali fino alla fine del 2021, il massimo organismo del calcio europeo ha invece dato «una forte raccomandazione» alle 55 federazioni affiliate a concludere i campionati nazionali e le coppe. Nel corso di una videoconferenza, la Uefa ha però spiegato che saranno esaminati alcuni casi speciali relativi ai paesi le cui competizioni saranno invece annullate. Eventuali decisioni su questi argomenti saranno comunque annunciate dopo il Comitato Esecutivo di giovedì.  Per approfondire leggi anche: Il calcio continua a litigare Sempre in videoconferenza, intanto, si è riunita anche l'assemblea della Lega Serie A che ha confermato, con voto unanime di tutte le venti società, l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. Nessuno sconto, poi, ai detentori dei diritti tv (Sky a Dazn). Club compatti quindi, compresi Brescia e Torino che nelle ultime settimane erano state le più attive sul "fronte del no". La ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2 - si legge in una nota - come già evidenziato in passato, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori. Ora la palla passa agli organi competenti, quindi, che dovranno decidere per il via libera agli allenamenti dopo il 4 maggio quando terminerà il lockdown imposto dal Governo. Nel frattempo, la Federazione dei medici sportivi ha già pubblicato una serie di linee guida che riguardano tutti ma ovviamente anche i professionisti. Non solo, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha confermato che «stiamo preparando un protocollo con tutte le federazioni da sottoporre al governo e al comitato tecnico. Siamo a buon punto». Dal canto suo il presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi ha ribadito: «Non assegnare i titoli non è un dramma. Sono stato fra i primi a dire di chiudere tutto e di affidarsi alla scienza. Credo che ora la previsione ottimistica sia quella di riprendere le competizioni senza pubblico: i tempi sono incerti, ma lunghi, e va garantita la sicurezza di tutti». I club della massima serie, non a caso, stanno iniziando a far rientrare tutti i giocatori stranieri che in questo periodo sono tornati nei loro paesi di origine. «Ci è stato permesso di tornare a casa per un po', ma siamo stati rapidamente richiamati perché il campionato potrebbe ricominciare», ha raccontato alla stampa belga l'attaccante dell'Inter Romelu Lukaku. Nei giorni scorsi è rientrato anche lo juventino Miralem Pjanic, mentre il club bianconero potrebbe non rivedere Gonzalo Higuain che sembra propenso a restare in Argentina. «Il calcio vanta più di 250.000 addetti ai lavori e non può essere paralizzato per un tempo eccessivo, per non subire conseguenze micidiali. Mi auguro che dall'incontro con il Governo arrivi un'indicazione favorevole e che si possa tornare ad allenarsi per poi completare il campionato», ha ribadito il portavoce della Lazio Arturo Diaconale.

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