EMERGENZA CORONAVIRUS

Diaconale: Governo non si faccia influenzare dai tifosi della Juve

Daniele Rocca

Tornare ad allenarsi subito o solo quando tutti i giocatori saranno tornati dall’estero e avranno concluso la quarantena? È su questa polemica che si è concentrato il portavoce della Lazio, Arturo Diaconale, nella sua consueta rubrica “Il taccuino biancoceleste”. Il parallelismo messo in evidenza dal dirigente riguarda il diverso trattamento riservato ai calciatori juventini rispetto a quelli laziali: “Poiché ci sono alcune squadre che hanno permesso ai propri giocatori di allontanarsi dall’Italia mettendosi nella condizione di dover essere sottoposti a quarantena prima di riprendere gli allenamenti che dovrebbero precedere la ripresa del campionato, la data di inizio di questi allenamenti dovrebbe essere fissata solo dopo il rientro di chi è all’estero e la fine della loro quarantena. Il tutto per non dare alcun vantaggio a chi ha preferito non dare permessi di espatrio nella previsione che presto o tardi si sarebbe ripreso a giocare e nella consapevolezza che i permessi avrebbero allungato a dismisura il tempo della ripartenza degli allenamenti e del campionato”. Ma l’attacco verbale non finisce qui, Diaconale infatti lancia un doppio quesito: “È lecito immaginare che a favorire questi permessi abbia pesato anche la convinzione che il campionato andava considerato ormai concluso? Ed è troppo auspicare che il governo non venga influenzato dalla pressione dei tifosi juventini per una “eguaglianza dei punti di ripartenza” che però rappresenterebbe una ingiusta penalizzazione per chi ha avuto un comportamento virtuoso ed un premio non giustificato per tutti gli altri?”. Tradotto: i club che hanno trattenuto in Italia i propri calciatori - come la Lazio - non dovrebbero aspettare quelli che non hanno rispettato le regole, e che rischiano di far slittare ancor di più i tempi della ripresa.