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Totti: "Spero che la Lazio si fermi Ma Inzaghi è super"

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L'ex capitano: ci sono stati due Spalletti diversi

Alessandro Austini
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«Sono stati due personaggi diversi: il primo Spalletti era top perchè era come un secondo padre, era una persona con la quale ci stavo h24 o quasi. Il secondo Spalletti, avrà avuto le sue ragioni o avrà ascoltato idee da altre persone, non dico che abbia voluto mettermi il bastone tra le ruote, ma sicuramente non è andata nel migliore dei modi». Lo ha detto Francesco Totti rispondendo a chi gli chiedeva della differenza di rapporto tra la prima avventura di Spalletti alla Roma (2005-2009) e la seconda (2016-2017) che poi ha portato anche al ritiro del numero dieci giallorosso. «Nella seconda parte ho cercato sempre di tenere la testa alta e fare del mio meglio, anche se ero in difficoltà», ha ammesso Totti ai microfoni di Sky Sport 24.   Poi una battuta sul campionato, qualora dovesse riprendere: «Da tifoso romanista spero che la Lazio si possa fermare il prima possibile, sono quelle annate che ti dice tutto bene: spero che ci possa essere un black-out». Questo l'auspicio di Francesco Totti riguardo alla stagione della Lazio, attualmente seconda ad un punto dalla Juventus ed in piena lotta scudetto. «Simone Inzaghi è uno dei migliori allenatori della Serie A, sta facendo grandissime cose - ha aggiunto la bandiera romanista - ho un grande rapporto con lui, ma sarei stato più contento se avesse allenato un'altra squadra». Quindi un parallelo con De Rossi. «Chiudere la carriera con un'altra maglia come ha fatto Daniele? Io rispetto pienamente quello che ha fatto Daniele, ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno. Io delle possibilità, a fine carriera, le ho avute soprattutto all'estero ma anche in Italia: la Sampdoria mi voleva a tutti i costi, Ferrero ha un debole e avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarmi là. Ero dubbioso - ha aggiunto Totti - Io volevo continuare perché mi sentivo ancora di poter dare qualcosa, però alla fine un anno non mi cambiava niente. La mia scelta di vita era una sola: quella di indossare un'unica maglia, avrei cancellato tutto il pensiero lungo ventiquattro anni con la Roma e quindi ho deciso di smettere».

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