PARTITA CON LA GRECIA

Mancini pensa in grande: "All'Europeo per arrivare fino in fondo"

Dario Martini

Qui si fa la storia. L’Olimpico di Roma potrebbe salutare domani sera il primo grande traguardo dell’era Mancini: contro la Grecia, la Nazionale dominatrice del suo girone punta a sfruttare il primo match point qualificazione. In palio c’è il pass per l’Europeo del 2020, da mettere in tasca con ben tre giornate di anticipo. Ma il ct prudentemente frena entusiasmi e l’aria di festa che già circonda la serata nella Capitale, ispirata certamente dai risultati di una marcia-record che parla di sei vittorie in altrettante gare. "Ci dobbiamo ancora qualificare", avverte Mancini. "Dobbiamo superare lo scoglio Grecia e non sarà semplice. Non sappiamo come giocherà, hanno cambiato allenatore, cambieranno il modulo. Hanno lasciato a casa dei giocatori esperti e proveranno dei giocatori nuovi e giovani. Ma per noi non dovrà cambiare niente", sottolinea lo jesino. "Dobbiamo fare il nostro gioco e vincere la partita che è molto importante". La voglia di chiudere i giochi ovviamente è tanta, anche perché darebbe la possibilità di sperimentare nelle gare successive. Senza contare la grande soddisfazione di scorgere il traguardo di una ricostruzione che, all’inizio, non ci si aspettava così rapida e fruttuosa. Forse nemmeno lo stesso ct: "Quando sono arrivato non pensavo a quello che poteva accadere da lì a quindici mesi. Avevo altri pensieri. Era importante trovare in fretta i giocatori, i giovani da inserire, conoscerli meglio. Le prime partite erano improntate su questo pensiero. Ma non siamo mai stati in difficoltà, neanche nelle uniche due sconfitte, contro Francia e Portogallo. Da quando abbiamo iniziato la Nations League siamo migliorati sempre. E questo è merito dei giocatori, hanno avuto un buon feeling subito. Sono stati bravi". Avviando un ciclo che sembra guardare verso Qatar 2022. "L’obiettivo principale è l’Europeo, vogliamo far bene ed arrivare fino in fondo visto che è un trofeo che da anni manca nella nostra bacheca. Poi chiaramente - dice Mancini - è una squadra che va vista anche in base a quello che sarà il Mondiale". Appuntamenti che potrebbero comprendere nella spedizione azzurra un vecchio amico del Mancio: Gianluca Vialli, che da novembre dovrebbe assumere il ruolo di capo delegazione. "L’idea avuta dal presidente Gravina a me fa molto piacere, così come allo staff e ai giocatori. È stato mio compagno di squadra per anni, può esserci d’aiuto, ormai è un ragazzo maturo...", il commento del tecnico azzurro. Ma quello è ancora il futuro, mentre il presente si chiama Grecia. Il ct ha le idee chiare sull’undici da schierare all’Olimpico. "C’è solo un dubbio", ammette, ovvero il ballottaggio tra Bernardeschi e Barella. A trainare il 4-3-3 di Mancini, che ha guidato la rifinitura al fianco dell’amico Sinisa Mihajlovic arrivato in visita, dovrebbero pensarci Chiesa-Immobile-Insigne. In conferenza ha parlato anche Leonardo Bonucci: "Ci aspetta una partita difficile e avremo bisogno del pubblico. Abbiamo il dovere di regalare serata storica agli italiani. Sarebbe emozionante perchè nei dieci anni in cui ho vestito la maglia della Nazionale raggiungere un obiettivo con così largo anticipo non è mai successo. Questo vuol dire che abbiamo fatto un grande lavoro". Se la qualificazione "arriverà domani sera - aggiunge il capitano azzurro - avremo davanti a un grande pubblico e per noi sarà motivo di orgoglio festeggiare tutti insieme un traguardo importante. Noi daremo il massimo e ci aspettiamo il massimo dalle tante persone che saranno intorno a noi. Sarà un Olimpico bellissimo". Motivo ulteriore per fare bene, la promessa fatta ai piccoli pazienti del ’Bambin Gesù’, dove ieri gli azzurri sono stati in visita. C’è una promessa da mantenere: "Abbiamo detto che per noi sono un esempio e che domani l’Italia vincerà anche per loro". Raccontando il pomeriggio di ieri il difensore della Juventus ha evocato "emozioni forti. Chi ha vissuto quei momenti, sa cosa si prova. I bambini ci regalano forza e speranza. Abbiamo visto alcuni di loro, in condizioni difficili, sorridere. E questo per noi dev’essere un esempio. Questi bambini lottano ogni giorno e hanno sempre un sorriso. Noi siamo contenti di averglielo regalato".