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Mihajlovic choc scoppia in lacrime: "Ho la leucemia ma vincerò io"

Il tecnico del Bologna parla della sua malattia. E delle cure che dovrà affrontare nelle prossime settimane

Carlo Antini
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«Ho la leucemia. Sono pronto ad affrontare la malattia, sicuro di vincere questa sfida». Le parole di Sinisa Mihajlovic irrompono come il più classico degli uragani in una calda giornata estiva. A 50 anni per l'allenatore serbo del Bologna inizia una nuova vita, quella di una persona chiamata a lottare con tutte le sue forze contro una brutta malattia che per fortuna oggi si può curare e sconfiggere. Da martedì il tecnico sarà ricoverato presso l'Istituto di Ematologia Seràgnolì-Policlinico Sant'Orsola. Da diversi giorni Mihajlovic non era presente nel ritiro del Bologna a Castelrotto, in Trentino, "ufficialmente" per una influenza. Poi si erano iniziate a rincorrere le voci di qualcosa di più grave e alla fine il Bologna ha deciso di convocare una conferenza stampa per fare definitivamente chiarezza. Il primo a prendere la parola è stato il direttore dell'area tecnica rossoblu Walter Sabatini, che ha subito messo in chiaro che «l'allenatore del Bologna rimarrà Sinisa Mihajlovic qualsiasi cosa accadrà nei prossimi giorni». Quindi la parola è passata al protagonista di questa giornata, che con il volto rigato dalle lacrime ha prima raccontato tutto l'iter con cui si è arrivati a scoprire la sua malattia e poi ha lanciato un messaggio di grande forza e coraggio. «Questa sfida la vincerò giocando all'attacco. La vincerò per tutta la famiglia e tutti quelli che mi vogliono bene», ha detto Mihajlovic che nel corso della sua vita è sopravvissuto agli orrori della guerra nella ex Jugoslavia prima di arrivare in Italia da calciatore e rimanerci anche dopo che ha appeso gli scarpini al chiodo. «Quando me lo hanno detto è stata una bella botta, sono rimasto chiuso in camera a riflettere perché ti passa tutta la vita davanti», ha dichiarato fra le lacrime. «La malattia la rispetto, l'affronto guardandola diritto negli occhi e la vincerò. Non vedo l'ora di andare in ospedale», ha aggiunto. «È una malattia in fase acuta, aggressiva ma attaccabile. Ci vuole tempo, ma si guarisce. L'ho spiegato ai miei giocatori, ho pianto anche con loro», ha rivelato ancora Mihajlovic. Al suo fianco il medico della squadra, Gianni Nanni, ha spiegato a sua volta: «Oggi si può parlare di un futuro anche roseo perché da questa malattia si può guarire. Ci sono terapie molto diverse e assolutamente efficaci». Immediatamente a Mihajlovic è arrivato il sostegno della società, con il presidente Joey Saputo che dal Canada ha detto: «Sinisa ha una battaglia da vincere e può stare certo che troverà in me, nel Bologna Fc e in tutta questa città che lo ama degli alleati pronti a combattere insieme lui». Da Castelrotto, capitan Dzemaili, che aveva parlato con Mihajlovic in videoconferenza insieme al resto della squadra, ha aggiunto: «È stata una botta, nessuno se lo aspettava. Per noi il mister è come un padre, ora lotteremo per lui come lui ha lottato per noi». In precedenza il primo a dare il suo sostegno al tecnico serbo era stato il suo grande amico Roberto Mancini. «Sei troppo forte, questo ti fa un baffo e poi dobbiamo giocare a padel», il tweet del ct azzurro. Mentre a Casteldebole i tifosi del Bologna hanno affisso uno striscione con la scritta «Sinisa non mollare, Bologna è con te», subito dopo l'annuncio della malattia sono arrivati a pioggia i messaggi di sostegno di tutte le ex squadre di Mihajlovic: dalla Federcalcio serba (ha guidato la nazionale, ndr) alla Lazio, dall'Inter alla Roma, dal Torino al Milan, fino alla Sampdoria e alla Fiorentina. Un coro unito per gridare: «Forza Sinisa». Lo stesso hanno fatto tanti suoi ex colleghi calciatori, anche avversari, come Alessandro Del Piero o sui ex giocatori come il portiere del Milan Gigio Donnarumma. Anche il vicepremier Matteo Salvini, tifoso del Milan, ha twittato: «Forza guerriero serbo! Onestà, lealtà, sacrificio, onore: vinci anche questa battaglia».

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