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Trionfo Lazio: il derby 3-0

A segno Caicedo nel primo tempo, Immobile e Cataldi nella ripresa. Nella corsa per un posto in Champions League c'è spazio anche per i biancocelesti

Silvia Sfregola
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Nella corsa per un posto in Champions League c'è spazio anche per la Lazio. I biancocelesti con una prova di forza fanno loro il derby e si portano a sei punti dall'Inter, potendo contare anche su una partita (quella con l'Udinese) da recuperare ad aprile. La Roma crolla invece 3-0, a livello tecnico e nervoso, manca l'aggancio al quarto posto e vede interrotta la striscia di tre vittorie consecutive in una serata in cui le amnesie difensive sono riemerse prepotentemente e hanno fatto la differenza. L'asse Correa-Caicedo mette in imbarazzo Fazio e Juan Jesus, schierato al posto dell'indisponibile Manolas, nel primo tempo, Immobile chiude i conti su rigore nella ripresa, a venti minuti dal termine, proprio nel momento migliore dei giallorossi, facendo calare il sipario sul match con la ciliegina della torta del tris finale da fuori area di Cataldi. Poi, a render ancor più cupa la notte per De Rossi e compagni, ci pensano Dzeko e Kolarov, i più nervosi a gara ormai chiusa. Il bosniaco, diffidato, viene ammonito per un fallo inutile e salterà la sfida con l'Empoli, proprio come il terzino serbo, espulso nel recupero dopo aver rimediato due gialli in meno di un minuto. Alla Roma adesso non resta che rituffarsi in Europa, dove spesso è riuscita a ottenere quei risultati e quelle prestazioni che non ha trovare invece in campionato, per provare a rialzare la testa e dimenticare il più in fretta possibile la stracittadina. Dopo la batosta nel derby, nel ritorno degli ottavi di finale con il Porto, battuto 2-1 all'Olimpico, Di Francesco si gioca anche una grossa fetta del suo futuro. La Lazio si gode invece un successo che, 'in casà, mancava dal novembre 2012, si toglie lo sfizio di battere una big e rilancia le proprie ambizioni europee. Un'assenza importante per parte: la Roma deve rinunciare a Manolas, la Lazio deve fare a meno di Immobile, che si accomoda in panchina. Fin dai primi minuti è chiaro che il forfait pesante sia quello del greco. Perché al 12' i biancocelesti passano proprio con il sostituto naturale di Ciro, Caicedo, al terzo centro nelle ultime quattro gare. Il colombiano riceve palla in profondità da Correa e trafigge Olsen, con Fazio e Juan Jesus in palese difficoltà nell'occasione. La reazione della Roma non c'è, Correa e Luis Alberto tra le linee mettono spesso in difficoltà la linea mediana degli ospiti. Tocca a Dzeko provare a scuotere i suoi a metà primo tempo, ma il suo rasoterra viene murato, con qualche difficoltà, da Strakosha. Nella ripresa la Roma alza il baricentro e mette in apprensione la Lazio, producendo il massimo sforzo. El Shaarawy con un tiro dalla distanza si fa notare per la prima volta, Strakosha si fa trovare pronto poco dopo anche sulla sberla da fuori di Florenzi. Sugli sviluppi di un corner Dzeko di testa fa da torre per Pastore, entrato poco prima, che da due passi manda incredibilmente a lato. È la svolta del match, perché dalla parte opposta la Lazio raddoppia: Immobile, subentrato a Caicedo, lancia Correa in profondità; Fazio si fa sorprendere e stende in area l'argentino. L'arbitro non ha dubbi e concede il penalty, anche dopo il consulto del Var. Immobile dal dischetto non fallisce e la Roma di fatto esce dal campo. Il resto, il tris con un missile da fuori di Cataldi e il nervosismo finale di Dzeko e Kolarov, non fa altro che rendere ancora più pesante il tonfo dei capitolini.

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