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Paola Ferrari, signora dello sport con ascolti da record: "Il calcio è di tutti"

Paola Ferrari

Trentuno anni in Rai: dopo il successo di 90° Minuto conduce il "Magazine Champions League" nel pre e nel post partita

Giada Oricchio
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Paola Ferrari, milanese di nascita e Rai d'adozione, è il volto storico del giornalismo sportivo. Prima donna a guidare "90° Minuto" e prima donna a condurre la "Domenica Sportiva" di cui detiene il record di nove edizioni. Insieme ad Alberto Rimedio conduce il “Magazine Champions League” su Rai1 con ottimi ascolti nel pre e nel post partita. Paola Ferrari è una donna orgogliosa dei suoi 31 anni in Rai, realizzata, spiritosa e libera di pensiero. Ma ha un tallone d'Achille: il canto. Signora Ferrari, il Magazine sulla Champions League torna con gli ottavi di finale ed è un successo “Sono felice e lusingata dai risultati che abbiamo ottenuto. I dati Auditel premiano il lavoro di squadra. Abbiamo riportato la Champions League in chiaro nelle tv degli italiani. Lo share è sempre a due cifre anche per il post-partita. Ricominciamo con la Roma che l'anno scorso fece benissimo, poi la Juventus, devo dire che mi è dispiaciuto molto per l'eliminazione del Napoli e dell'Inter, erano vicinissime al passaggio del turno”. Un parere tecnico: come spiega questa Juventus a due velocità? Invincibile in campionato e in affanno in Europa? “Innanzitutto bisogna ricordare che il Napoli negli anni passati ha conteso a lungo lo scudetto alla Juventus, non è stata una passeggiata. Poi in serie A la Juventus può contare su un budget superiore a tutti, mentre in Europa non è così. Aggiungo che vanta un'ottima gestione dei campioni, caso Dybala a parte. Al contrario, la Champions ha tante variabili, l'episodio conta molto così come giocarsela su una partita secca. Quest'anno, fosse solo per scaramanzia, dico che la Juventus si è rinforzata con l'arrivo di Cristiano Ronaldo, ma non è la favorita. Ci sono squadre come il Liverpool, il Real Madrid con il cambio di allenatore che stanno venendo fuori alla distanza. Senza dimenticare il Manchester United”. Restiamo in casa Juventus. La sua opinione sulle accuse di violenza sessuale mosse a Cristiano Ronaldo? “Non esprimo un giudizio su una vicenda che non conosco nei dettagli, non sarebbe corretto. Dico però che le donne hanno diritto di denunciare quando se lo sentono, anche a distanza di anni, ci possono essere mille ragioni per cui non lo fanno subito. Tuttavia è altrettanto vero che quando una donna si rivolge prima agli avvocati suscita qualche dubbio. Ho conosciuto personalmente Cristiano Ronaldo e mi è sembrato un ragazzo con sani princìpi”. Lei sostiene che il calcio sia di tutti “Sì, mi sono battuta molto per i diritti televisivi del calcio e ho sempre potuto contare sulla massima disponibilità da parte della mia azienda. Capisco che i tempi siano cambiati e comprendo le esigenze economiche dei club però bisogna dare ai telespettatori almeno una possibilità di seguire tutti i gol in chiaro. C'è fame di calcio ed è necessario fissare dei paletti. Lo spezzatino delle partite è incredibile, a volte mi confondo, non so se è l'ultima partita del turno precedente o la prima del turno successivo. Vorrei aggiungere una cosa alla quale tengo molto”. Prego… “Appoggio la richiesta della Fiorentina e dei Della Valle di non giocare contro il Cagliari il giorno della morte di Davide Astori avvenuta un anno fa. È un atto di grande sensibilità e mi fa piacere che la Lega abbia accettato” (la partita è stata anticipata dal 4 al 3 marzo, nda). Torniamo alla tv, le manca La Domenica Sportiva? “No, non vivo di rimpianti. Sono felice di essere stata la prima donna a condurre quello storico appuntamento e sono la conduttrice più longeva con nove edizioni all'attivo, ma guardo avanti e sono molto contenta di quello che faccio. Ho lavorato con la vecchia scuola, da Sandro Ciotti a Giorgio Tosatti, da Emiliano Mondonico a Mario Sconcerti fino a Fulvio Collovati. Con il mio gruppo di lavoro diventiamo amici”. La Rai ha un modo di parlare di calcio diverso da alte reti? “Io non voglio scimmiottare Sky né nessun altro e nemmeno voglio parlare delle trasmissioni altrui perché lo trovo di cattivo gusto. Sono tutti colleghi. La Rai ha un suo stile e una sua cifra che io porto avanti”. Lei piace per la sua capacità di entrare in sintonia con le esigenze del pubblico “Io sono una giornalista, poi una conduttrice. Mi considero una giornalista e con questo mestiere non puoi perdere il contatto con la gente, con la realtà altrimenti non sei giornalista. Sa quante volte mi hanno proposto di fare altre cose? Ho sempre detto di no. Giusto qualche incursione, l'anno scorso per le “Spose di Costantino” e prima per “Ballando con le Stelle”, ma sono una giornalista e tale voglio rimanere. Il giorno in cui non potessi più fare i programmi che mi piacciono farei altro, magari seguirei la mia grande passione, il canto. Quanto mi piace cantare! (il tono è gioviale, nda)”. Si vede in un'altra emittente televisiva? “Impossibile. Sono nata in Rai e qui resterò. Sono giornalista Rai e lo sarò sempre. Non mi vedo altrove. Ho iniziato giovanissima. Avevo solo 16 anni, studiavo ed Enzo Tortora mi scelse per Portobello. Un'esperienza indimenticabile. Molti hanno ricordato Tortora quando hanno riproposto la trasmissione, tanti hanno parlato come se lo conoscessero. Io ho preferito star zitta. Ma conservo un ricordo umano straordinario. Non tanto per quello che ho imparato quanto per il senso di grande protezione che mi dava Tortora. Ho avuto un'infanzia difficile e conservo gelosamente il suo ricordo nel mio cuore. Era un uomo di grande sensibilità e correttezza. Ero la più piccola del programma e si sentiva molto responsabile per me, mi aveva scelto lui ed era attentissimo. E' vero che si arrabbiò molto quando una persona mi fece delle avances”. Le piacerebbe condurre un programma come Tiki Taka? “Conosco Pierluigi Pardo ed è bravissimo. In quel genere però Raimondo Vianello è inarrivabile. In verità noi sulla Rai abbiamo fatto una cosa simile con Gene Gnocchi, eravamo un po' come Sandra e Raimondo. Quando faceva i suoi spettacoli gli chiedevano sempre se i nostri litigi fossero veri. C'è da dire che come contraltare tecnico avevamo Fulvio Collovati, Emiliano Mondonico, Marco Tardelli. Ci vuole equilibrio perché in Italia il calcio ha dei riti prestabiliti. Ma dissero che lo share non era abbastanza…”. Quest'estate su Twitter non ha risparmiato un paio di frecciatine a una conduttrice che è andata in vacanza durante i Mondiali “Confermo che poter parlare della Nazionale e dei Mondiali è un onore. Il nostro lavoro è faticoso, si guardano le partite, si sta in studio anche 8 ore e una volta che vai in diretta sei già stanco, ma siamo dei privilegiati e devi mettere da parte la fatica. E' bello offrire un buon prodotto al pubblico, intrattenerlo”. Mi indica una sua erede? “No, non vedo mie eredi. Ilaria D'Amico ha una sua identità da anni ed è affermata, poi mi piace ricordare Simona Rolandi che ha preso il mio posto a 90° minuto e Giovanna Carollo”. Che pensa di Diletta Leotta o Belen Rodriguez che quest'estate ha fatto Balalaika? “Cosa c'entra Belen Rodriguez con il calcio? È una showgirl! Quando ho scritto che condurre un programma sui Mondiali è un onore non mi riferivo a lei (si ipotizza Ilary Blasi, nda). Io dico che per una giornalista sportiva puntare sull'aspetto fisico è sbagliato. Sarò vecchia, ma questo mostrarsi sui social o farsi vedere davanti e dietro sminuisce la giornalista. La fisicità non deve venire prima di tutto. Lo sa che al mio regista ho imposto di non fare panoramiche o piani all'americana pur avendo una quinta di seno? Dobbiamo essere padrone di casa competenti e credibili. Sono anni che prendo parte a commissioni dove si discute il ruolo della donna nelle trasmissioni di calcio e da trent' anni mi batto per un'emancipazione delle presenze femminili nel giornalismo sportivo. Abbiamo ottenuto molto però quando mi guardo intorno e vedo dei passi indietro mi dispiace e lo dico”. Usciamo dal rettangolo di gioco: ha seguito il Festival di Sanremo e che ne pensa della bufera scatenata da Ultimo per la vittoria sfumata? “Il Festival di Sanremo mi è piaciuto molto, soprattutto l'ultima serata. Faccio i complimenti al mio amico Claudio Baglioni. Non mi piace la canzone che ha vinto, mentre il ragazzo, Mahmood, mi è simpatico, l'ho visto veramente molto emozionato. Preferivo il brano della Bertè e quello di Ultimo, ma è solo una questione di gusto personale. Quello che trovo assurda è la polemica politica. Ma scherziamo? E' proprio fuori luogo. Cosa c'entra la politica? Conosco bene la sala stampa dell'Ariston, ci ho lavorato da giovane per guadagnare un po'. Secondo me qualche volta i grandi dovrebbero dare il buon esempio, non mi è piaciuto quel clima. Ci sta che un ragazzo giovane e un po' inesperto non sia lucido”. Programmi futuri? Ancora tentata dalla politica? “No, assolutamente no. E non parlo di politica. Adesso riprendiamo con la Champions League per la regia di Marco Spoletini che mi fa piacere citare e poi ad aprile partirà la grande avventura delle qualificazioni europee. In Rai tornerà la National League con la Nazionale in prima serata. Ci saranno Alberto Rimedio e Paolo Rossi”.   Secondo lei, Mancini è il CT gusto per riportare in alto l'Italia “È l'uomo giusto al posto giusto. All'inizio avevo dei dubbi poi l'ho visto lavorare con i giovani, con i millenials come Tonali, Politano, Grifo  e sono convinta che sia il CT giusto per la Nazionale. Spero che il presidente della FIGC Gravina riesca anche a portare nel progetto Gianluca Vialli, sarebbe stupendo se si ricomponesse la coppia”. Il sogno nel cassetto? “(Ride). Il mio vero grande, grandissimo sogno è cantare, canto sempre e ovunque anche se mio marito e i miei figli scappano. Non mi ascolta nessuno, solo i miei cani. Non sa quanto mi piace. Aaahh, che bello sarebbe cantare una volta al Festival di Sanremo!”.

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