Addio Gigi Radice, è morto il "Sergente di Ferro"
L'allenatore che guidò il Toro allo scudetto del dopo-Superga
Lutto nel mondo del calcio. Se n'è andato oggi a 83 anni, dopo una lunga malattia, il "Sergente di Ferro", Luigi Radice. Nato a Cesano Maderno e cresciuto come calciatore nelle giovanili del Milan dove vince gli scudetti del 56/57 e 58/59, dopo una parentesi con le maglie di Triestina e Padova torna a vestire il rossonero nel 1961, diventando così uno dei protagonisti dello scudetto 61/62 e della Coppa Campioni vinta la stagione seguente, la prima conquistata da una formazione italiana. Un grave infortunio al ginocchio lo costringe prematuramente al ritiro ma allo stesso tempo dà l'avvio a quella che sarà una fulgida carriera da allenatore. Inizia nel 1966 in Serie C con il Monza, conducendo i brianzoli in cadetteria, ma la svolta arriva a Cesena dove vince il campionato di Serie B meritandosi poi le chiamate in massima serie di Fiorentina e Cagliari. Nel '75/76 l'approdo al Torino che conduce alla vittoria del primo scudetto del dopo-Superga. In granata sfiora il tricolore anche la stagione successiva, inchinandosi per un solo punto alla Juventus al termine di un appassionante testa a testa durato tutta la stagione. Il 17 aprile '79 resta coinvolto in un grave incidente stradale in cui perde la vita l'amico ed ex calciatore Paolo Barison. Per lui invece solamente alcune contusioni ma la tragedia ha ripercussioni anche sulla sua vita professionale. L'anno successivo il Torino fatica in campionato e Radice viene esonerato. Siede quindi sulle panchine di Bologna, Milan, Bari e Inter prima di tornare al Torino e portarlo nuovamente vicino allo scudetto nel 1984/85, concluso al secondo posto alle spalle del Verona. La sua gloriosa carriera lo vede ancora protagonista come allenatore della Roma e poi di nuovo Bologna, Fiorentina Cagliari e Genoa prima di chiudere al Monza dove tutto ebbe inizio. Immediate le manifestazioni di cordoglio da parte di tutto il mondo del calcio, a partire proprio dai club che ha allenato fino ad ex giocatori come Sala e allenatori di oggi come Allegri. "Addio, Mister Radice, colonna della nostra storia. Ieri, oggi, per sempre", è il ricordo commovente in particolare del Torino. Un burbero dal cuore tenero, così è sempre stato definito dai tanti calciatori che hanno avuto la fortuna di averlo come condottiero nei suoi oltre 30 anni di carriera. L'uomo dagli occhi di ghiaccio, capace di dare una svolta al calcio italiano negli anni '70, tra i precursori della marcatura a zona e del pressing a tutto campo, ci lascia così, in punta di piedi. Con l'aplomb che lo ha sempre contraddistinto in panchina.