Riccardo Bernardini adesso è fuori pericolo, ma un'apparente domenica mattina di calcio a Roma poteva davvero trasformarsi in tragedia. A salvarlo Yuri Alviti, preparatore atletico dell'Atletico Torrenova ed ex esponente di punta degli Irriducibili Lazio. Una persona conosciuta e stimata negli ambienti del tifo romano. Yuri, cosa è successo domenica? «Sinceramente è avvenuto tutto in maniera così veloce che non sono riuscito a realizzare e focalizzare subito. Ero stato espulso a fine primo tempo e ho seguito la ripresa da fuori lo spogliatoio. Abbiamo rimontato una gara incredibile al 95esimo minuto e mentre stavamo per iniziare i festeggiamenti ho visto qualche tifoso del San Basilio (attuale Virtus Olympia ndr) scavalcare per raggiungere l'arbitro. Forse hanno trovato il cancello aperto, non lo so. Sono volati due ceffoni e ho visto il giovane direttore di gara cascare e sbattere violentemente a testa. Ancora sento quel rumore. Quando sono corso verso di loro e mi sono avvicinato, sono scappati». E l'arbitro? «Credetemi, non è stata una bella scena. Aveva perso conoscenza, non era il sangue a spaventarmi, ma il fatto che fosse totalmente privo di sensi, stava soffocando. La gente gridava "sta morendo", oppure "è morto", non ricordo adesso precisamente. Non ci ho pensato due volte, gli ho tirato fuori la lingua e piano piano ha ripreso a respirare. Sentivo i bambini e le donne urlare disperati. C'era anche un'infermiera con me, credo la fidanzata della vittima. È stato trasportato via in ambulanza e sono felice che sia fuori pericolo». In sostanza se non ci fossi stato tu Riccardo sarebbe morto? «Non fatemi passare da eroe, non sono abituato a prendermi meriti. Ho fatto quello che dovevo. Ero spaventato anche io. Sicuramente, se non ci fosse stato nessuno, sarebbe deceduto in poco tempo. In tanti anni di calcio non avevo mai visto uno scena simile. Tante litigate tra avversari, anche qualche rissa. Ma mai avrei immaginato un arbitro steso a terra, inerme, in una pozza di sangue. Queste scene fanno male al calcio». Di chi sono le colpe? SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI