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Insulti dai tifosi della Juventus Mourinho non racconta tutta la verità

Mourinho contro la Juventus

Dybala: "Gli ho detto che non bisogna alimentare tensioni"

Dario Martini
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Una premessa è d'obbligo: allo stadio si va per tifare la propria squadra del cuore e non per insultare gli avversari. Questo dovrebbe essere lo spirito dello sport in generale. Detto ciò, sarebbe anche opportuno che i fatti venissero riportati come sono realmente accaduti. José Mourinho, dopo la vittoria del suo Manchester United in casa della Juventus in Champions League, ha spiegato così il suo gesto della mano all'orecchio rivolto al pubblico bianconero: "Hanno insultato per 90 minuti la mia famiglia e quella interista. I loro erano insulti, il mio no". È evidente che il suo non era affatto un insulto, al massimo era una risposta provocatoria. Ma è bene fare due precisazioni. Chi era all'Allianz Stadium potrà confermare che Mourinho non è stato affatto insultato per 90 minuti. I cori nei suoi confronti si sono concentrati soprattutto nel secondo tempo (in tutto sono durati solo pochi minuti) e non erano rivolti contro la sua famiglia, ma esclusivamente contro di lui. L'epiteto affibbiatogli era il classico "pezzo di m..." che, purtroppo, tutti gli allenatori si sentono rivolgere in molti stadi d'Italia, da Milano a Roma fino a Napoli. È un vizio senz'altro deprecabile e sarebbe l'ora che tutti gli spettatori civili sommergessero di fischi chi perde tempo ad insultare l'avversario invece di godersi la partita. Ma è anche vero che la ricostruzione di Mourinho non rispecchia quanto è realmente accaduto e ha tutta l'aria di una scusa per giustificare la sua reazione altrettanto provocatoria. Tra l'altro, bisognerebbe ricordare anche il gesto delle tre dita (a ricordare il Triplete) "sbattutto" in faccia agli juventini presenti alla partita d'andata in Inghilterra. Pare anche in quel caso avesse ricevuto degli insulti. Forse l'ex allenatore dell'Inter dovrebbe ascoltare qualcuno che di esperienza ne ha molta meno di lui, come Paulo Dybala. "È ovvio che sia brutto ricevere fischi e insulti - ha detto la Joya - anche noi calciatori ne prendiamo, però creare più tensione di quella che c'è... Gli ho detto che non c'era bisogno. Non l'ho insultato come si è detto in giro, gli ho detto soltanto quello e me ne sono andato".

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