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Dybala-show, la Juve va

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I bianconero travolgono lo Young Boys anche senza Ronaldo

Silvia Sfregola
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Come se tutto fosse stato scritto nel libro dei sogni, ci ha pensato Paulo Dybala a sgretolare il friabile muro dello Young Boys che, per avere contezza di cosa rappresenta sotto il profilo tecnico, probabilmente è più debole di una squadra di media classifica di serie A. Ci ha pensato l'argentino con il ciuffo biondastro a consegnare la seconda vittoria in Champions League alla prima Juventus senza Cristiano Ronaldo, confinato in panchina dall'espulsione cervellotica di Valencia e dalla conseguente squalifica. Poteva segnarne anche di più, Dybala, ma la tripletta è comunque bastata per stordire gli svizze(rott)i dopo 5 minuti, per stecchirli dopo altri 30 e per schiantarli definitivamente a metà della ripresa, in maniera da circoscrivere il rischio di sgradite sorprese e mettere una seria ipoteca sulla qualificazione. Il nono successo consecutivo dei campioni d'Italia (sette in campionato e due in Europa) dilata a dismisura l'enfasi che avvolge un gruppo straordinario, anche se lo Young Boys non poteva certo rappresentare un ostacolo insormontabile. Però era importante affrontare un impegno agevole, sulla carta il più abbordabile di tutti, con l'approccio giusto e lasciare un graffite sulla competizione che sta diventando una sorta di incubo. Forse è l'anno giusto, forse il cerchio può chiudersi, di sicuro i presupposti per arrivare in fondo ci sono. In fondo, lo si intuiva da agosto… È stata pure la prima volta della Juventus senza Beppe Marotta, assente in tribuna, presente nei cori della curva Sud, da tempo in aperta polemica con la società. Quella seggiola vuota nella tribuna d'onore, l'abbraccio mancato con Andrea Agnelli e Pavel Nedved non può essere sfuggito a chi dal 2010 ha conosciuto e tracciato le dinamiche bianconere. I prossimi giorni sanciranno il passo d'addio, ma per il momento questa squadra straordinaria, costruita pezzo dopo pezzo con certosina pazienza, è ancora sua. E immaginiamo che Marotta possa solo aver gioito per la seconda vittoria in Champions League, comoda, tranquilla, una passeggiata di salute all'ora dell'aperitivo. Oltre a Dybala, anche Bernardeschi ha continuato a scalare la hit del gradimento di Massimiliano Allegri, con una prestazione di assoluta concretezza, alla pari di Matuidi, ormai insostituibile, e di Alex Sandro in crescita rispetto alle scorse settimane. Si è rivisto Khedira, perché il contesto lo consentiva e la ripresa è stata una sorta di allenamento, alleggerito dal rosso sventolato sulla faccia di Camara per doppia ammonizione. Come in una favola. A lieto fine.

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