gp d'ungheria
Hamilton vince davanti a Vettel e allunga in classifica
Il sole torna a splendere nel cielo di Budapest ma la nuvoletta nera di fantozziana memoria non lascia il box della Ferrari. Costretto a inseguire, Sebastian Vettel prova a sparigliare le carte azzardando una strategia diversa rispetto alle Mercedes e allo stesso Kimi Raikkonen ma il traffico, il sacrificio di Bottas e qualche decimo di troppo perso al pit-stop mandano all’aria i piani del tedesco. All’Hungaroring festeggia così Lewis Hamilton, che sfrutta al massimo la pole conquistata con un po' di fortuna sotto il diluvio e allunga nella corsa mondiale sul ferrarista, secondo al traguardo e ora a -24. Ma dietro il successo numero 67 del pilota anglo-caraibico - il sesto a Budapest e il quinto stagionale - c’è l’ottimo gioco di squadra della Mercedes, che a un certo punto non esita a sacrificare Bottas pur di mettere al sicuro la vittoria di Hamilton. Gara da perfetto scudiero quella del quasi 29enne finlandese, che già alla partenza protegge il compagno di squadra dall’assalto delle due Rosse. Ma il vero capolavoro lo compie tra il 39esimo e il 40esimo giro quando la Ferrari richiama prima Raikkonen per la seconda sosta e poi Vettel. Il tedesco, che in avvio si prende quasi subito la terza posizione ai danni del compagno di squadra, era partito con la soft: obiettivo chiaro, cercare di non perdere troppo dalle due Frecce d’Argento e poi puntare sulla mescola più veloce per provare a vincere. Un piano che per buona parte della gara sembrava poter funzionare perché a parità di gomma gialla le Ferrari andavano più forte. Ma la sosta è un po' più lunga del previsto, Bottas nel frattempo piazza le due tornate migliori del suo Gp e resta così davanti a Vettel e Raikkonen, consentendo a Hamilton di andare in fuga. Solo a cinque giri dalla fine il tedesco riuscirà a superarlo, con tanto di contatto in cui il pilota della Mercedes - quinto a fine gara - ha la peggio, danneggiando l’ala anteriore. La Ferrari piazza sul podio anche Raikkonen, che approfitta dell’incidente fra Vettel e Bottas per andarsi a prendere la terza posizione, ma resta il rimpianto per la pioggia delle prove: con altre condizioni e un’altra qualifica forse l’esito sarebbe stato diverso e le parole di Hamilton dopo la vittoria («sapevamo che le Ferrari sarebbero state molto veloci in questo weekend e aver portato a casa questi punti è un bonus per noi») lo confermano. «Il secondo posto non era quello che volevamo, ma era il massimo che potessimo ottenere», prova a guardare il bicchiere mezzo pieno Vettel, pensiero condiviso anche da Raikkonen («il doppio podio è il meglio che potessimo sperare anche se lontano dall’ideale») e Arrivabene («l’importante è lavorare con serenità e determinazione, il campionato è ancora lungo»). Quarto posto per Daniel Ricciardo, a salvare una giornata dai due volti per la Red Bull, che di sicuro si aspettava molto di più dalla tappa magiara: Max Verstappen recupera due posizioni in partenza ma viene tradito dal motore Renault (furioso Horner) e alza bandiera bianca dopo sei giri; disastroso l’avvio invece dell’australiano, che scivola indietro fino alla 16esima posizione prima di una splendida rimonta che lo porta a chiudere ai piedi del podio, al termine di un duello al limite con Bottas. Festeggia anche la Toro Rosso, che dopo aver piazzato due piloti fra i primi dieci nelle qualifiche si gode il sesto posto di Gasly davanti a Magnussen, Alonso e Sainz, con Grosjean al volante dell’altra Haas a chiudere la zona punti. Weekend da dimenticare per la Force India, male anche la Sauber con Leclerc quasi subito costretto al ritiro. Ora la meritata sosta, il grande duello riparte il 24 agosto da Spa.