All'Olimpico finisce 0-0
Roma e Juve non si fanno male, per i bianconeri è festa scudetto
Pari e sorrisi all’Olimpico. Lo 0-0 fa felice tutti, la Roma già qualificata alla prossima Champions League chiude l’anno davanti ai propri tifosi con un punto contro i campioni d’Italia. Non basta al Napoli la vittoria per 2-0 in casa della Sampdoria per togliere lo scettro alla Juventus, regina per il settimo anno di fila (e quarto “doblete” consecutivo). Poche le emozioni, ma festa doppia e i bianconeri diventano la squadra ad aver vinto più titoli nazionali nella capitale, più delle due romane. Per la matematica certezza del terzo posto ai giallorossi manca un altro punticino: appuntamento a Sassuolo, la vecchia "casa" di Di Francesco. LE SCELTE - Pellegrini vince il ballottaggio con Strootman a centrocampo, c’è Jesus in difesa al posto di Manolas, recuperato all’ultimo ma solo per la panchina. Under nell’attacco con Dzeko ed El Shaarawy. Allegri deve rivedere i suoi piani per l’infortunio di Khedira nel riscaldamento: spazio a Matuidi vicino all’ex giallorosso Pjanic in mediana. Juve a forza 4 davanti: a Bernardeschi, Dybala, Mandzukic e Higuain il compito di firmare lo scudetto. PRIMO TEMPO - Determinata in avvio la Roma, ma poco precisa: ci prova all’8’ Dzeko con il destro sull’assist di Pellegrini, bravo a rubare palla a Matuidi, il bosniaco prova a piazzarla ma calcia alto. Sbaglia la mira anche Nainggolan poco più tardi, il belga preferisce la conclusione personale al servire Edin, ma non capitalizza. Grande intervento in uscita di Alisson al quarto d’ora, ferma Dybala che era scattato in velocità sulla verticalizzazione di Pjanic. Under prova a fare tutto da solo, trova però il muro bianconero davanti a sé: Rugani col piede devia il suo tiro, insiste Pellegrini, ma spedisce la palla fuori. Un diagonale debole di Dybala si spegne sul fondo. La punizione di Kolarov sull’esterno della rete regala l’illusione del gol ad uno spicchio di stadio, ma il primo tempo si chiude sullo 0-0. SECONDO TEMPO - Stessi ventidue in campo nella ripresa. La Juve segna con Dybala, ma il gol viene annullato per fuorigioco, cancellando la prodezza dell’argentino. La Roma cerca di rialzare il tasso di pericolosità con una bella azione: De Rossi inventa per Dzeko, Szczesny in uscita bassa anticipa l'attaccante. Al 20’ Kolarov prova la botta da fuori, c’è Pjanic in scivolata a deviare: palla di poco sopra la traversa. Allegri si gioca la carta Douglas Costa al 22’, gli lascia il posto Bernardeschi. La gara cambia subito dopo, Nainggolan – già ammonito – entra male su Dybala e si guadagna il secondo cartellino giallo: Roma in dieci uomini. E niente Sassuolo per il belga. Di Francesco resta con due mediani, ma manda in campo Gonalons richiamando in panchina Pellegrini, che non era al meglio per una pubalgia cronica. Il tridente resta, ma con un piccolo ritocco, dentro Schick per Under, e il doppio regista dura poco perché Strootman dà il cambio a De Rossi. Il finale è quasi un allenamento, i bianconeri tengono palla e non tentano mai il colpo, le squadre si accontentano di spartirsi la posta in palio, perché quel punto sta bene ad entrambe. Soprattutto alla Juventus, campione d’Italia con un turno d’anticipo nonostante il contemporaneo successo del Napoli con la Sampdoria: i gol di Milik e Albiol non bastano. I bianconeri festeggiano all’Olimpico il 34° scudetto.