Di Francesco con Schick titolare per battere il "suo" Sassuolo
Domani all'Olimpico il tecnico sfida l'ex squadra
Emozione Sassuolo per Di Francesco. Il tecnico ritrova la squadra che gli ha permesso di fare «un percorso bellissimo, conoscendo gente straordinaria con cui ho condiviso cose che mi porterò dentro per sempre: è stato un amore grande» e adesso lo deve sconfiggere. Sembra quasi chiedere il permesso per lo sgambetto all'Olimpico domani pomeriggio: «Loro nell'ultimo periodo hanno fatto risultati importanti, a noi serve vincere». Parole sante. La Roma cerca una boccata d'ossigeno dopo il duro ko dello Stadium, che ha messo in evidenza limiti e carenze: «Ci manca ancora qualcosa per diventare una squadra importante sotto tutti i punti di vista. Questo deve spronarci per cercare di lavorare ancora meglio e metabolizzare alcuni concetti per esprimersi con maggiore continuità». Soprattutto in zona gol: «Noi dobbiamo portare in campo la concretezza, dimostrare che stiamo superando le difficoltà, più che nel creare nel fare gol, perché questa squadra anche a Torino ha dimostrato di saper creare molte occasioni contro la Juventus che concede sempre poco agli avversari. A livello motivazionale vincere è una parola che a me piace moltissimo, ma va usata nel modo giusto: bisogna farlo attraverso una mentalità ed è quello che sto cercando di portare io a Roma. Vincere significa anche imparare un po' dagli altri, avere la determinazione, la cattiveria agonistica che noi non sempre abbiamo dimostrato di avere e la Juventus sì». L'esempio da seguire per arrivare allo scudetto che manca da dieci anni. Eusebio lo ha vissuto da calciatore, ora è tutto diverso e da allenatore ha fatto il grande salto dal Sassuolo alla capitale, vivendo un momento difficile all'inizio ma trovando poi la via per uscirne a testa alta: «Io sono contento per le sensazioni che ho nel vivere questo cambiamento. Però è troppo sottile il confine tra bene è male e per questo dobbiamo ripartire con una vittoria, per non perdere questa crescita che c'è stata nell'ambiente ma anche nella squadra. Rispetto a quando facevo il calciatore, ora devo guardare a 360 gradi quello che accade, però mi sento integrato e mi piace, sono molto stimolato. L'esperienza di Sassuolo è stata basilare per cercare di trasmettere qui determinate cose. Mi piace quando sento parlare di famiglia, stiamo cercando di far diventare il nostro ambiente una famiglia, in tutti i sensi». Schick ne fa sempre più parte e domani sarà di nuovo titolare: «Lui gioca dall'inizio, gli altri dieci li vedremo. Potrei cambiare un po' la squadra e cominciare dal 4-2-4, ma non voglio dare vantaggi agli avversari. Nelle scelte bisogna avere equilibrio e ponderatezza. Di certo il modulo con il trequartista non è una cosa che in questo momento ho nella testa». Si è occupato di più della testa di Patrik dopo l'errore a tu per tu con Szczesny: «Sbagliare un gol così in una partita tanto importante pesa enormemente, ma lui deve avere la forza di superarlo. In questo momento è il giocatore a cui bisogna stare più vicino perché prima di tutto è un capitale della società e poi è davvero forte. I gol li sbagliano anche i grandi campioni, lui ancora non lo è. L'aspetto principale su cui abbiamo lavorato è quello psicologico, non deve passare il messaggio che non abbiamo pareggiato quella partita per colpa di Schick. Sarebbe assurdo». Così come negare che l'astinenza di Dzeko influisca sui risultati: «L'Inter ha fatto 40 punti anche grazie a Icardi. Ѐ fondamentale che l'attaccante ritorni a segnare, Edin ha dimostrato di avere il gol nel sangue e ne ha fatti tanti. Non so perché si sia fermato, l'unica risposta che ho è continuare a stimolarlo e cercare di lavorare su determinati movimenti. Magari quando l'attaccante non segna da un po' si ferma perché dice tanto il pallone non arriva lì, e poi magari ci arriva. Dobbiamo essere bravi a crederci un po' di più». La sfortuna ha colpito di nuovo Defrel, che ha preso una botta in allenamento alla stessa rotula che a Genova ha sbattuto sul palo, perciò non ci sarà. Potrebbe essere lui uno degli acquisti che la Roma ha in casa, se è vero come dice Monchi che non farà mercato a gennaio: «Badelj? Ti devo dare il titolo? (ride, ndc). Parlare di mercato in questo momento non mi interessa, ho tanto da sistemare con i miei... Sono in sintonia con il direttore sportivo, poi me l'avete insegnato voi (riferendosi ai giornalisti, ndc) che si può sempre cambiare idea».