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Lo stadio della Roma si fa. E il ponte lo paga lo Stato

Martedì sarà il giorno dello champagne

Fernando M. Magliaro
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Martedì 28, probabilmente, sarà il giorno dello champagne: quel giorno, incrociando le dita, lo Stadio della Roma di Tor di Valle uscirà dalla Conferenza dei Servizi con il “sì” finale. E con il Ponte di Traiano che verrà costruito. I lavori della Conferenza dei Servizi si stavano nuovamente arenando sul problema della mobilità pubblica e privata. Una mattinata di forti tensioni con battibecchi pesanti fra il Campidoglio da una parte e lo Stato e la Regione dall'altra. Alla fine, la quadratura del cerchio la fornisce il Governo. Il ministro allo Sport, Luca Lotti, in treno insieme a Renzi diretto a Firenze, inizia un vorticoso giro di telefonate con il collega alle Infrastrutture, Graziano Delrio, e, alla fine, la decisione: sarà lo Stato a finanziare la costruzione del Ponte di Traiano. Essenziale era questo Ponte, ed essenziale è rimasto. Le decisioni dell'Amministrazione Raggi, assecondando la visione dell'ex assessore all'Urbanistica, Paolo Berdini, avevano cassato il ponte pur di poter tagliare le cubature. Il risultato era un progetto che non stava in piedi. A questo punto, quindi, interverrà lo Stato che, attribuendo la pubblica utilità al Ponte di Traiano, lo farà oggetto di un apposito Accordo di Programma scisso dal progetto Stadio. 

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