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L'addio amaro di Gian Piero Ventura: "Le sconfitte non hanno una sola verità"

Davide Di Santo
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"Nel calcio, le vittorie sono sempre il prodotto del merito di tanti. Allo stesso tempo le sconfitte, soprattutto quelle più dolorose, non si possono spiegare con una sola verità: nel momento dell'insuccesso bisogna dare risposte ad una lunga serie di interrogativi". Sono le parole di congedo alla Nazionale dell'ormai ex ct azzurro, Gian Piero Ventura, che torna a parlare dopo l'eliminazione contro la Svezia nello spareggio per i mondiali. "Sono stati, e sono, giorni difficili e di profondo dispiacere: provo una sensazione di incompiutezza dal momento in cui non ho raggiunto il traguardo dei Mondiali - prosegue Ventura - guidare la Nazionale mi ha trasmesso senso di appartenenza ed orgoglio mai provati prima perché non ci può essere niente di più grande. Ho lavorato con tutto me stesso, con serietà e professionalità: non sono riuscito là dove ero convinto di farcela alla guida di un gruppo di ragazzi che non smetterò mai di ringraziare". "Ho lavorato anche per preparare i più giovani al grande salto che potevano, e possono, ancora fare in modo da arricchire tutto il nostro movimento - sottolinea l'ex ct azzurro -. Ora nel momento della ripartenza sarò il primo tifoso: al mio successore auguro di riportare l'Italia dove merita...".  

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