CHAMPIONS LEAGUE
Juve-Porto 1-0: Dybala spalanca le porte dei quarti
L'accesso ai quarti di finale di Champions League è pratica che la Juventus ha chiuso con relativa facilità e relativi sforzi dopo il 2-0 quasi tombale dell'andata. A dispetto della tendenza modaiola per le remuntade, il Porto si è rivelato in realtà poca cosa sotto il profilo dell'atteggiamento e delle capacità tecniche, al punto da rendere il compito dei bianconeri più agevole del previsto. Quando poi i portoghesi si sono trovati sotto di un gol e di un uomo, alla fine del primo tempo, qualsiasi azzardo è evaporato nella serata tiepida dello Stadium. Dall'intervallo in avanti, infatti, i tifosi hanno cominciato a far di conto per il prossimo sorteggio: chi sarà l'avversario dei bianconeri? Il domandone troverà risposta venerdì, dalle urne di Nyon. La fantasia può scatenarsi, è rimasto il meglio della nobiltà europea. La Juventus non ha dato spettacolo ma si è comunque divertita a giocare, malgrado per un pezzo abbia dovuto trovare le misure di se stessa più che dell'avversario. L'occupazione degli spazi e il giropalla sono sempre state le caratteristiche delle squadre portoghesi e neppure quella di Nuno Espirito Santo è venuta meno al rispetto della tradizione. Certo, al di là della fase di possesso, partendo dalla sconfitta dell'andata, il Porto avrebbe dovuto fare qualcosa di più e di diverso per schiodare la Juventus, o, per lo meno, per metterle paura. Invece i campioni d'Italia hanno gestito con sufficiente disinvoltura la fase difensiva e si sono permessi di costruire con discreta calma quattro occasioni del primo tempo, due con Dybala e due con Manduzkic. I ritmi non sono mai stati forsennati, anche perché i portoghesi con il loro lento trantran hanno in qualche modo agevolato il compito dei bianconeri: a parte qualche guizzo di Brahimi e la regia prevedibile di Oliver Torres, si è visto davvero poco d'altro. Non è stato un euro-allenamento, dal momento che le sfide di Champions non sono mai banali - Barcellona e Psg insegnano - ma è fuori discussione che il risultato del Dragao abbia intaccato lo sviluppo della partita, consolidando le certezze della Juventus e rendendo più evidenti le debolezze del Porto. All minuto 40 si è materializzato l'episodio che ha definitivamente chiuso il match e il discorso qualificazione: la 'parata' di Maxi Pereira - di professione terzino destro - sul tiro di Higuain, ha decretato la sua espulsione e il rigore trasformato in maniera chirurgica da Dybala. Il doppio vantaggio (nel punteggio e nelle forze in campo) ha spogliato l'incontro di qualsiasi pathos, trasformandolo in una recita a soggetto. La Joya ne ha approfittato per regalare numeri di alta scuola, Benatia per 'incasinarsi' la vita e mettere Soares nella condizione di fare gol dopo una manciata di minuti della ripresa: superficiale il difensore, sprecone l'attaccante. Pjaca al posto di Cuadrado e Boly per André Silva sono state le mosse dei due allenatori, giusto per non trascorrere 45 minuti di pura noia. La sostituzione di Benatia con Barzagli al quarto d'ora è stata invece condizionata da un problema fisico. Dettagli, mentre Pjaca sfiorava il 2-0 e Higuain pure. Il resto è rimandato a venerdì.