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Il diktat di Spalletti: la Roma imiti la mentalità della Juve

Erika Menghi
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Fare come la Juventus, imitarla nelle vittorie e nella mentalità. Il diktat di Spalletti è strettamente legato ad ambizioni e obiettivi, la voglia è quella di tenere testa alla prima della classe e il consiglio arriva alla vigilia di Atalanta-Roma, un match niente affatto sottovalutato dai giallorossi, che vedono nel club bergamasco la vera rivelazione di questo campionato. «Sì, si può parlare di una squadre forte. Dobbiamo pensare di affrontare una delle migliori del nostro campionato. Loro – ha sottolineato il tecnico toscano – se le sono meritate tutte le vittorie. Dobbiamo essere pronti a combattere, sotto l'aspetto dello spirito e della battaglia danno sempre il massimo e riescono attraverso i duelli individuali a creare il risultato della partita. Siamo disponibili a fare questa battaglia». Domani alle 15 la classifica avrà già una forma diversa, con la Juve in campo stasera col Pescara: «Se Allegri dà i compiti di vittoria, di successi e di risultati, noi si fa la sintesi e per essere bravi a mirare la Juve bisogna fare come fa la Juve. Vincere le partite come lo fanno loro. Avere gli stessi obiettivi loro. Quanto manca per essere a quel livello? Se si fa come loro manca poco, se si fa di meno manca molto. Dobbiamo sempre essere bellissimi per essere anche bravi a portare a casa i 3 punti». Altro tema caldo è il rinnovo che Spalletti continua a posticipare: «Per meritare o ambire a un contratto bisogna meritarselo e fare risultati. Per stare alla Roma bisogna fare risultati. A volte la Roma ha fatto contratti ad allenatori che ha poi mandato via dopo poco e ha dovuto pagare contratti anche dopo che li ha mandati via e non mi sembra corretto. Voglio aiutarli a non sbagliare. C'è chi va in campo e chi sta fuori e fuori la Roma è altrettanto forte. Io per il ruolo che ho sto attento a dover dare più forza a chi dice cose giuste. Tento di evidenziare, a volte lascio passare le cose, le esalto o le abortisco». Non gli dispiace l'idea di Ventura di iniziare il campionato il 13 agosto: «Siamo tutti un po' tifosi della Nazionale, se il ct ha questa esigenza bisogna tentare di accontentarlo nei limiti del possibile e da parta mia è quasi un sì». Strootman e Nainggolan sono rimasti a Trigoria in questa sosta e ne ha potuto godere Spalletti: «L'attrazione che dà la Nazionale spesso ti porta ad andare oltre il limite. Fare cose programmate, invece, ci ha dato la possibilità di respirare e allo stesso tempo preparare questo periodo nel migliore dei modi. Le risposte sono state molto positive». E De Rossi sembra rinato: «Ѐ un giocatore importante e forte che dobbiamo assolutamente continuare a stimolare per averlo in questa condizione». Con la Bosnia Dzeko si è fatto espellere per una reazione di carattere che all'allenatore giallorosso non è però piaciuta: «Non ho provato niente lì perché non ha portato a casa il massimo dall'episodio. Ha fatto vedere che il suo tallone d'Achille è ancora questo». Fare gol, invece, ultimamente gli riesce benissimo e sarà ancora titolare a Bergamo.

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