Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il sogno di Bebe Vio: Coni e Cip insieme e io farò il presidente

Esplora:

Katia Perrini
  • a
  • a
  • a

«Unire il mondo olimpico e paralimpico, il Coni e il Cip, è un mio sogno. E vorrei diventarne il presidente». Questa l'ambizione della giovane campionessa paralimpica del fioretto Bebe Vio, presente oggi a Roma per la «Festa delle medaglie Rio2016», organizzata al Salone d'Onore del Coni. «Oggi festeggiamo la scherma, senza distinzione tra mondo olimpico e paralimpico: un'unica e intera famiglia - ha dichiarato l'azzurra - Unificando i mondi stiamo crescendo tanto. Se tutte le federazioni potessero fare questa cosa sarebbe un sogno per me. Merito mio? Io mi sto dando da fare ma tutti lo stanno facendo: se io sono quello che sono è anche grazie alla famiglia dalla quale vengo». Bebe Vio ha poi ripercorso il trionfo ottenuto in Brasile e gli ultimi mesi: «Me la sto godendo - ha ammesso la campionessa azzurra - Sono tranquilla, non è cambiato niente nella mia vita. Non sopporto le persone che si montano la testa, quindi se me la montassi non mi sopporterei da sola. Continuo a fare le cose che mi piacciono, senza obblighi: sono più popolare, ma sono sempre io. E ora si ricomincia a lavorare». Qualche settimana fa Bebe è stata a cena alla Casa Bianca dal presidente Obama: «Ho ricevuto tantissimi complimenti e anche qualche critica - ha ricordato l'azzurra - soprattutto perchè ho pubblicato l'outfit prima dell'evento. Non si fa, non lo sapevo, chiedo perdono. Comunque non sono una persona che si fa spostare tanto dai commenti: accetto tutte le critiche, non esiste una cosa che può piacere a tutti. E in ogni caso le persone che mi hanno criticato erano pochissime rispetto a quelle che mi hanno difeso. Sono stata in America per rappresentare lo sport italiano, non ho mai desiderato niente di meglio: pensare che un rappresentante paralimpico possa avere questo compito fa capire quanto il nostro mondo sia diventato importante. Meglio Hillary o Trump? Non lo so, non seguo la politica. A me basta andare in America».

Dai blog