Nainggolan: "Non consideratemi una riserva"
Per Lopez era un titolare inamovibile, per Garcia è il quarto di un centrocampo che prevede tre maglie, ma che ci sia bisogno di lui dopo l'addio di Bradley è indiscutibile
Non chiamatelo «riserva», altrimenti Radja Nainggolan, soprannominato il «Ninja» dai tifosi del Cagliari «per la grinta che mettevo in campo e perché sono un po' orientale», potrebbe impugnare la Katana. «Già mi state considerando una riserva? Io me la posso giocare. Non è facile arrivare in un gruppo che sta facendo grandi cose, ma sono abbastanza giovane, voglio lavorare e strappare un posto sul campo. Ho sempre giocato, cercherò di farlo anche qui. Sono convinto delle mie qualità, c'è concorrenza, ma sono un lottatore e voglio mettere in difficoltà l'allenatore. Gioco da tre anni mezzo come interno sinistro, ma posso aiutare la squadra dovunque serve. Me la posso giocare con tutti quanti». Per Lopez era un titolare inamovibile, per Garcia è il quarto di un centrocampo che prevede tre maglie soltanto, ma che ci sia bisogno di lui dopo l'addio di Bradley è indiscutibile. Già ieri sera è dovuto scendere in campo, perché Pjanic era infortunato e Strootman doveva rifiatare: «Mi sono trovato subito bene, ho cercato di adeguarmi a come gioca la squadra. Mi devo inserire meglio». Buona la prima per lui, ma il margine di miglioramento è ampio visto che aveva fatto un solo allenamento agli ordini di Garcia: «Mi sembra un ottimo allenatore. Sta facendo belle cose e spero possa migliorarmi. Ora inizia il lavoro serio». Anche se, a 25 anni, la bacheca dei trofei è ancora vuota, Radja è fiducioso: «Ci sono piazze in cui si può vincere e piazze in cui non lo puoi fare, come il Cagliari, dove abbiamo avuto tre anni di difficoltà. Qui siamo forti, cerchiamo di vincere qualcosa. Ci sono 8 punti di distacco con la Juventus e lo scontro diretto qui. Non possiamo sbagliare più di tanto, ma finché la matematica ce lo permette ci crediamo». Nainggolan è arrivato nella capitale proprio dopo la prima sconfitta stagionale a Torino. Ha scelto con il cuore (e la classifica comunque non è male): «La Roma mi cercava anche l'anno scorso, quest'estate siamo stati vicini, ma non c'erano i presupposti da parte del Cagliari. C'erano altre squadre, ma i giallorossi hanno investito su di me e cercherò di ripagare tutto sul campo. Questo è il progetto migliore, fondato su grandi giocatori: tra un paio d'anni potrà uscire fuori. Faccio l'esempio della mia Nazionale, che ha raggiunto il Mondiale dopo 12 anni». A proposito di Nazionale, Nainggolan spera che la Roma possa aiutarlo a mettersi in mostra agli occhi del ct del Belgio Wilmots: «Ora sono in una grande squadra e avrò anch'io più considerazione. Il Mondiale è il sogno di tutti, io so che ci posso arrivare facendo bene qui». Accanto a Totti e al suo modello De Rossi: «Francesco parla da sé, è un campione e spero di giocare il prima possibile con lui. Io nasco trequartista, il mio idolo era Ronaldinho, l'unico che faceva la differenza. Mi piaceva la grinta di Gattuso, ora mi ispiro a De Rossi. Non voglio essere uno dei tanti». Vuole «rubare» il meglio da tutti, restando unico. I tifosi giallorossi gli hanno fatto sentire subito un calore che non si aspettava, andando in massa a Fiumicino: «Mi tiravano a destra e a sinistra, è stata una cosa bella ma anche pesante. Io pensavo di arrivare tranquillo, andare in albergo. ? una piazza importante. Ringrazio Cagliari, una parte della mia vita rimarrà lì e porterò tutto dentro di me». Il CEO Italo Zanzi ringrazia invece Michael Bradley, un «grande professionista che è tornato nella MLS. Il nostro obiettivo è vincere e lavoriamo tutti i giorni per costruire una squadra ottima. Abbiamo fiducia nell'allenatore e nei suoi giocatori. La cessione di Bradley è buona per tutti, anche per lui. Ora abbiamo una squadra fantastica, un direttore sportivo che continua a lavorare ed è il migliore. Insieme a lui continuiamo a lavorare, fiduciosi».