Abete: al Mondiale 2014 l'Italia non parte favorita
Il presidente della Figc è tornato anche sul derby di Coppa Italia: «Bisogna fare molto di più, non si può andare allo stadio con paura»
«L'Italia non è favorita per i Mondiali in Brasile, ma è sempre in grado di fare risultato e nella storia delle sue partecipazioni ha dimostrato per quattro volte di poter vincere, anche quando, come nel 2006 o nel 1982, non era favorita». Questo il pensiero del presidente della Figc, Giancarlo Abete, intervenuto ai microfoni di «Radio Anch'io Sport» su RadioUno. Abete ha parlato a tutto campo del calcio tricolore: in Italia e all'estero. Ha affermato ancora: «Le prestazioni di Rizzoli e Orsato dimostrano che il problema non è la qualità degli arbitri, ma qualcos'altro, che sia il clima, l'atmosfera, la difficoltà di essere competitivi e su questo tutte le società facciano una riflessione», ha aggiunto sottolineando le direzioni di gara dei due fischietti italiani nelle finali di Champions League e Tim Cup. E ancora: «Bisogna gestire meglio la qualità dei giocatori che vengono acquistati, il livello stipendiale e la capacità di progettare il futuro, anche attraverso la valorizzazione dei vivai». Sul clima pesante in cui si è giocata la finale di Coppa Italia tra Roma e Lazio: «Bisogna fare molto di più, non si può andare allo stadio con paura o con uno spirito che non sia sereno. Il confronto è iniziato già in salita perché c'è stata troppa attenzione sull'orario, il livello di percezione diventa immediatamente negativo - ha sottolineato il numero 1 della Figc - Si sono presentate poi due squadre che avevano assoluta necessità di fare risultato, mentre altre volte la Coppa Italia significava un trionfo aggiuntivo». Non questa volta, dato che per le due società romane alzare la coppa voleva dire salvare in extremis la stagione. «In questo caso Roma e Lazio sono arrivate affaticate al termine della stagione - ha ammesso Abete - con la necessità di fare la Supercoppa, l'Europaleague, di marcare la supremazia sul territorio. La partita è stata più intensa che bella, soprattutto per quanto riguarda la preparazione», ha concluso il presidente della Figc.