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Non c'è Lazio senza Miro Klose.

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Inquel mese e mezzo la squadra di Reja dilapidò il vantaggio faticosamente conquistato fino a febbraio. Non è un caso che la Lazio si sia fermata sul più bello, a tre punti dalla Juve prima in classifica ma non tanto per un'eventuale lotta per il tricolore piuttosto per il posto in Champions League che rischia di sfumare per le terza volta consecutiva. Il vantaggio acquisito si è ridotto in virtù dei risultati domenicali quasi fosse cominciato un altro finale di stagione in calando. Senza il suo attaccante più importante, è arrivato un pareggio sofferto col Palermo penultimo, la sconfitta col Chievo in casa, oltre al pari in extremis a Torino in Coppa Italia grazie a una buona dose di fortuna. Insomma con Klose a curarsi a Formello si combina poco, troppo poco per pensare in grande. E non è certo il rientro del tedesco domani sera nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, visto che dal centro sportivo biancoceleste non arrivano buone notizie. Ieri il panzer è stato il primo ad arrivare facendo aumentare la speranza di vederlo dal primo minuto ma ha solo svolto soltanto un lavoro in palestra. La rifinitura di oggi sarà fondamentale per capire la sua disponibilità. «Non so se giocherò», ha risposto l'attaccante alle richieste dei tifosi presenti all'entrata del quartier generale. Il dato, in campionato, è significativo: senza Miro dal primo minuto non si vince, zero vittorie e soltanto due gol realizzati in cinque gare contro Genoa, Bologna, Catania, Palermo e Chievo. Solo due punti in queste partite a confermare che l'assenza di Klose pesa come un macigno sulla stagione della Lazio. Venerdì è stato ancora a Monaco per la solita visita da Wolfarth: la contrattura muscolare è superata ma nessuno vuole rischiare proprio considerando l'importanza del giocatore. Niente Chievo e a questo punto dubbio molto grande per domani sera anche se l'impegno affascinante e potrebbe spingere Klose a giocare. Petkovic incrocia le dita, aspetta oggi anche perché il parco degli attaccanti è ridotto ai minimi termini. Rocchi è andato all'Inter, Zarate si è perso per strada ed è fuori dal progetto tecnico. A quel punto sono rimasti Floccari, Kozak e il giovane Rozzi, troppo poco per una squadra che vuole puntare in alto. L'ex attaccante del Parma ha segnato due gol in campionato ma dopo tre partite consecutive è apparso stanco contro il Chievo. Kozak non dà segni di vita da qualche mese e questo punto la valutazione sull'attaccante ceco deve essere complessiva perché l'impegno part-time da un anno e mezzo sta bloccando la sua crescita. Meglio cederlo oppure tenerlo ad ammuffire in panchina? Domanda lecita, decisive le prossime ore di mercato. Intanto ieri a Formello l'aria non era quella delle ultime settimane. Petkovic deve mettere insieme i cocci per il ko contro il Chievo e lavorare sul morale dei biancocelesti. Già a fine gara il tecnico ha provato a ricaricare le pile di una squadra meno brillante: «È una sconfitta immeritata ma ora dobbiamo pensare positivamente e continuare sulla strada intrapresa». Già perché il disfattismo cosmico dell'ambiente laziale potrebbe contagiare qualche calciatore quando invece c'è bisogno di una reazione immediata già domani sera contro la Juventus nella semifinale di coppa. C'è un primo obiettivo da centrare, mollare a un passo dalla finale del 26 maggio all'Olimpico, sarebbe un errore imperdonabile.

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