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di Gianfranco Giubilo Frana la Lazio, frena la Juve, avrebbe potuto staccarsi nettamente, ma non riesce a mettere insieme più di un punto contro un Genoa che gioca in dieci per venti minuti, quando Floro Flores si infortuna dopo che Ballardin

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Lamaledizione del Chievo, che all'Olimpico si muove come nel giardino di casa, colpisce ancora la Lazio. La striscia utile si ferma a quota sedici, ma soprattutto si allontana il sogno di competere con la Juve per il traguardo più ambito. Proprio la prospettiva del ritorno di Coppa ha tradito Petkovic, partito senza Mauri ed Hernanes, oltre a Klose, i suoi centrocampisti hanno esibito, ed era prevedibile, più corsa che qualità. Barricato a ridosso dei sedici metri, il Chievo non è riuscito a mettere la testa fuori, ma non ha neanche corso grossi pericoli. Dopo un'ora Paloschi ha messo a frutto la sola palla-gol dei veneti, il tecnico laziale ha messo dentro Hernanes, dopo Mauri, poi perfino Kozak, l'assedio ha prodotto una sola occasione, sciupata proprio da Mauri. Sorge il dubbio che l'organico laziale non sia adeguato ai tanti impegni stagionali. Chiamata a inaugurare iol programma festivo, la Roma spera vivamente di non mandare per traverso il pranzo ai suoi tifosi, l'umore dei quali non riesce a raggiungere livelli accettabili. L'ennesima sfuriata di Zeman nei confronti dei suoi giocatori, accusati di scarsa intensità nel lavoro, accentua l'imbarazzo di una dirigenza ormai alle prese con problemi di spogliatoio che non aveva certo ipotizzato. Squalifiche e infortuni rendono difficile la trasferta di Bologna, dove Pioli sa come creare problemi ai rivali di turno. Per il Napoli l'occasione di migliorare la posizione di privilegio riconquistata dopo la grazia federale. Però ha davanti a sé un ostacolo alto, il Parma di Donadoni che sta interpretando una stagione di qualità superiore alle attese. Lontani i sogni di qualche anno fa, prima del crollo dell'impero Tanzi, già gratificante una classifica medio-alta, con la pietra preziosa dell'imbattibiltà interna. Insidie anche per la Fiorentina, a Catania dove Montella ha lasciato bei ricordi. Teoricamente starebbe meglio l'Inter, che gioca al Meazza, ma il Torino di Ventura ha raccolto, nelle ultime cinque partite, un punto in più rispetto ai suoi illustri concittadini.

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